15enne con deficit cognitivo bocciata a Lodi, il Tar la promuove al terzo anno
Alla giovane era stato diagnosticato un ritardo nel mese di febbraio ma la scuola ha adottato il piano di studi personalizzato solo a maggio
La motivazione della sentenza è chiara, l'impossibilità della studentessa di rimanere al passo con i suoi compagni di classe.
Bocciata dalla scuola, riammessa dal Tar
La famiglia di una giovane studentessa con un deficit cognitivo ha vinto una battaglia legale per essere promossa al terzo anno del liceo linguistico Maffeo Vegio di Lodi e domani, martedì 12 settembre, tornerà tra i banchi di scuola con i suoi compagni. A stabilirlo è stato un verdetto favorevole del Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Lombardia.
Il liceo Maffeo Vegio di Lodi:
Questa ragazza di 15 anni è stata bocciata a giugno a causa di quattro insufficienze in materie scolastiche. Tuttavia, la situazione ha preso una svolta positiva quando la sua famiglia ha deciso di appellarsi al Tar sostenendo che la scuola non aveva supportato adeguatamente la studentessa nonostante le fosse stato diagnosticato un deficit cognitivo nel mese di febbraio.
Il ritardo nell'applicazione del PDP
La decisione del Tar ha sorpreso molti ma è stata basata su una motivazione chiara: il ritardo nell'applicazione del piano studi personalizzato (PDP) e l'impossibilità della studentessa di rimanere al passo con i suoi compagni di classe. La scuola aveva iniziato ad attuare il PDP solo a maggio nonostante la diagnosi fosse stata fatta diversi mesi prima.
Il Tar ha riconosciuto che, nel caso di studenti con disabilità o deficit cognitivi, è fondamentale implementare tempestivamente il piano come previsto dal Ministero dell'Istruzione. Questo piano personalizzato avrebbe dovuto offrire alla studentessa il supporto di cui aveva bisogno per migliorare le sue prestazioni e recuperare il ritardo rispetto ai compagni di classe.
La decisione del Tar ha permesso alla ragazza di essere promossa al terzo anno senza perdere l'anno scolastico. La sua famiglia, insieme agli avvocati Vincenzo La Cava e Massimiliano Pantano, ha accolto con sollievo questa sentenza che ha riconosciuto il diritto della studentessa a ricevere un'istruzione adeguata al suo deficit cognitivo.
Il caso dello studente veneziano
Non è la prima volta che il Tar interviene a favore degli studenti. Un giovane veneziano, per esempio, era stato bocciato agli esami di stato del 2022. La sua situazione sembrava compromessa con un punteggio di 54/100, sei punti al di sotto della sufficienza. Tuttavia, un anno dopo, il Tar del Veneto ha ribaltato la decisione.
I giudici hanno infatti spinto l'istituto, responsabile di non aver motivato la bocciatura, a promuoverlo con un voto minimo di 60/100. Ma il caso che ha fatto più scalpore è quello dell'annullamento della bocciatura di un'altra studentessa con sei insufficienze deciso dal Tar del Lazio.
Promossa nonostante sei insufficienze
Il tribunale ha sottolineato che i professori avevano trascurato il progresso della studentessa durante l'anno scolastico evidenziando un miglioramento nelle sue conoscenze e nei suoi voti. Inoltre, la scuola è stata criticata per non aver fornito adeguati sistemi di ausilio e supporto per il suo recupero.
Questa decisione ha suscitato reazioni contrastanti con il vicepremier Salvini che l'ha definita una scelta sbagliata, diseducativa e irrispettosa del lavoro degli insegnanti. Buona parte dell'opinione pubblica la pensa come il ministro ma è importante notare che, nonostante siano in aumento i ricorsi al Tar da parte delle famiglie di studenti bocciati, solo uno su dieci viene accolto.
Il post di Matteo Salvini in cui si lamenta della decisione del Tar: