Una mamma di Uguali Doveri risponde alla mamma che appoggia la Casanova
"Ho insegnato ai miei figli che è necessario sapere difendere anche le ragioni dei più deboli e di chi non ha voce."
Una mamma che ha spostato la causa del Coordinamento Uguali Doveri risponde alla lettera che abbiamo pubblicato pochi giorni addietro firmata da una mamma che, invece sostiene l'operato del sindaco Casanova.
Una mamma di Uguali Doveri
Pochi giorni fa abbiamo pubblicato la lettera di una mamma che si è rivolta alla nostra redazione in quanto desiderosa di sostenere pubblicamente e non in forma anonima, come alcuni genitori invece hanno scelto di fare, l'operato del sindaco Casanova sulle agevolazioni mensa. Abbiamo pubblicamente integralmente lo scritto a firma della signora Lo Verso, invitando anche altri lettori che lo desiderassero a contattarci per far sentire il loro punto di vista. In seguito alla pubblicazione abbiamo ricevuto la lettera di un'altra mamma, della fazione opposta rispetto a coloro che sostengono la Casanova, impegnata anche con il Coordinamento Uguali Doveri. Ecco oggi le ragioni della signora Maria Ester Savarè.
"Ho insegnato ai miei figli a difendere anche le ragioni dei più deboli"
Gentile direttore e, tramite lei, gentile sig.ra Lo Verso, a cui con questa mia mi rivolgo,
dopo aver letto la sua lettera mi sono sorte alcune riflessioni che voglio condividere con Lei.
Premetto che sono una mamma, ormai non più così giovane - come credo invece sia Lei -, una mamma che ha sempre parlato di politica davanti ai proprio figli e che, senza preoccupazione alcuna, li ha sempre portati, fin da piccoli, “in piazza a manifestare” quando si trattava di problemi e situazioni che riguardava loro direttamente. Li ho portati in piazza anche quando si trattava di essere solidali nel difendere i diritti di altri, l’ho fatto perché sono fermamente convinta che i genitori debbano insegnare ai propri figli cosa significhi fare “politica” intesa nella sana accezione di partecipazione e condivisione alla corretta gestione della cosa pubblica, e questo, sia che ci si trovi dalla parte di chi decide, oppure dalla parte opposta. Ho insegnato ai miei figli che è necessario sapere difendere anche le ragioni dei più deboli e di chi non ha voce. Ho insegnato ai miei figli che nessuno ha colpa o ha merito per essere nato da questa o da quell’altra parte del mondo e che nessun essere umano deve necessariamente “venire prima di qualcun altro”! E oggi, cara sig.ra Lo Verso, le posso - orgogliosamente - dire che mio figlio e mia figlia sono un giovane uomo ed una giovane donna (ventenni) cresciuti sereni e senza alcun trauma. Sereni ma soprattutto consapevoli del mondo che li circonda e del fatto che, se ciò che succede a loro parrà ingiusto, democraticamente e civilmente potranno contestarlo, anche scendendo in piazza!
Il senso di portare i figli in piazza
Cara sig.ra Lo Verso, le ho fatto queste premesse - lo ammetto - forse un poco lunghe e noiose per farle comprendere che dietro il “portare in piazza i figli” c'è molto di più della sua semplice “strumentalizzazione”, c'è addirittura la costruzione di un progetto educativo. E poi è proprio lei che dice che insegna a sua figlia a difendere ciò che ritiene corretto …e se per qualcuno fosse corretto ciò che per lei non lo è? E se per qualcun altro fosse sbagliato ciò che lei ritiene giusto? Ci ha mai pensato?
"Uguali Doveri ha reso Lodi nota nel mondo per la sua solidarietà"
Io faccio parte del Coordinamento Uguali Doveri ed ho partecipato a tutte le manifestazioni organizzate in questi mesi e le posso garantire che da quei contesti, spesso gioiosi e giocosi (le ricordo che durante il presidio è stato pure organizzato durante la fascia di presenza dei bambini uno spettacolo di clowneria e pane e nutella per tutti) mai si sono levati moti di insulto contro alcuno o e contro nessun altro genitore, mai! Le scelte che il Coordinamento Uguali Doveri, insieme e per conto delle famiglie straniere colpite dal provvedimento - da noi ritenuto ingiusto -ha deciso di intraprendere sono sempre state rispettose dei principi di libera e legittima contestazione democratica. E le assicuro che grazie al Coordinamento Uguali Doveri, Lodi sarà conosciuta nel mondo per essere, anche e nonostante tutto, una città solidale verso chi viene da altre parti del mondo, dove le assicur, non è certo facile vivere e costruire un futuro per se’ e per i propri figli!
"La presunzione di conoscere le realtà altrui"
Sul fatto poi che lei si permetta di ipotizzare quello che questa o quell’altra famiglia avrebbe fatto davanti ad una possibilità di lavoro… bè, questo la rende un poco “presuntuosa”! Come può sapere lei chi ha il lavoro e chi no? Come presume lei di sapere come le persone si comporterebbero?
E mentre lei “presume” io invece le “assicuro” che, tante di quelle famiglie a cui lei genericamente fa riferimento, sono composte da genitori che lavorano entrambi e che, nonostante tutto, con il loro reddito non raggiungono comunque il valore ISEE per pagare la retta massima che a loro viene imposto! Io le assicuro che quelle famiglie hanno fatto tanti sacrifici per riuscire a recuperare i documenti richiesti ma senza alcun risultato, li hanno fatti loro ed anche i loro bimbi! Io non lo presumo! Io lo so! Così come non presumo, ma le do certezza, che le famiglie che sono state costrette a rinunciare al servizio nido, perché è stato loro chiesto di pagare 570 euro al mese, contro i 180 euro pagabili rispetto al loro ISEE sono entrambi genitori lavoratori (altrimenti a tale servizio non avrebbero avuto diritto), e che grazie a questo provvedimento uno di loro ha dovuto rinunciato a lavorare per accudire il proprio bambino! Lei queste cose le sa? Lei conosce quelle famiglie e la loro situazione? Ecco, a volte presumere sottintende la conseguenza di un pre-giudizio! Per questo ritengo che prima di presumere occorrerebbe conoscere, e non genericamente ma le situazioni reali e concrete di cui si sta parlando! Comunque la bontà dell’azione che il Coordinamento Uguali Doveri ha svolto è depositata, e in due ricorsi che alcuni legali hanno presentato al di Lodi e a quello di Milano, e nelle linee guida che l’amministrazione comunale ha approvato (dopo le varie iniziative di protesta) che rivedono i criteri per la valutazione delle domande, addirittura affidando alla discrezionalità di un dirigente, l’ammissione o meno all’accesso alla prestazione agevolata in caso di documentazione dubbia o incompleta!
"Protestare è servito"
Quindi dovrà concordare con me che protestare, che scendere in piazza è servito a far almeno mutare la decisione di partenza! Cara sig.ra Lo Verso anche io, aderendo al Coordinamento, ho difeso ciò in cui credo! Io come tanti altri che, evidentemente non la pensiamo come lei! Ma questa è la democrazia! Se poi i suoi genitori abbiano scelto di farla tornare a pranzare a casa questa è una libertà che chiunque puo’ avere. E se altri genitori, invece volessero pagare per lasciare i propri figli in mensa, ma pagando quanto pagano i cittadini italiani con uguale ISEE? (considerando che i bambini sono tutti cittadini italiani). Non crede che quei genitori abbiano il diritto di difendere, insieme anche ad altri ciò in cui credono? Oppure lei crede che questo sia un diritto solo di chi la pensa come lei? Un diritto di chi vive in una famiglia “tutta italiana”? Nessuno strumentalizza, nessuno persevera nelle strumentalizzazioni, nessuno urla, nessuno insulta e ciascuno - e cito proprio le sue parole - è libero di pensare ciò che vuole sempre nel rispetto reciproco tra individui e della legge italiana che le assicuro - e non presumo - dice anche altro e ben di più rispetto alle norme di legge da cui è disceso il regolamento comunale!"
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