Ozono, prima allerta del 2025: Lodi tra le province lombarde sopra la soglia limite
Anche nella nostra provincia si registra il primo episodio critico dell’anno. Gli esperti: “Evitare attività all’aperto nelle ore calde”

Ozono, prima allerta del 2025: sforata la soglia di sicurezza anche in provincia di Lodi, in particolare a Bertonico. Gli esperti: “Evitare attività all’aperto nelle ore calde”
Ozono, prima allerta del 2025:
Allarme ozono in Lombardia e anche la provincia di Lodi finisce nella mappa rossa. L’aria irrespirabile di questi giorni ha segnato l’avvio della stagione estiva con il primo episodio di inquinamento da ozono diffuso in tutta la regione. A Bertonico, i sensori della rete Arpa Lombardia hanno registrato 184 µg/m³, oltre la soglia di informazione fissata a 180 µg/m³.
Caldo e smog
Secondo gli esperti di Arpa, la causa principale è la persistenza di una vasta area anticiclonica accompagnata da un’intensa radiazione solare. Questa combinazione ha favorito l’accumulo di ozono nei bassi strati dell’atmosfera, innescando un’ondata di superamenti che ha interessato buona parte del territorio lombardo.
Il picco assoluto è stato rilevato a Saronno (252 µg/m³) e a Cormano (250 µg/m³), superando anche la soglia di allarme di 240 µg/m³. A Lodi, pur non raggiungendo quei livelli, la situazione resta comunque preoccupante per la salute pubblica, soprattutto per i soggetti più fragili.
I superamenti si sono verificati in numerose altre località lombarde: Gambara (Brescia), Corte de' Cortesi (Cremona), Monza Macchiavelli (Monza e Brianza), Ponti sul Mincio (Mantova), Casirate d’Adda (Bergamo), Erba Buccinigo (Como), e Pavia via Folperti. L’unica provincia che resta sotto la soglia è Sondrio, con il massimo registrato a Morbegno (176 µg/m³).
Le raccomandazioni per i cittadini
Il Servizio Meteorologico di Arpa Lombardia prevede che l’ondata possa proseguire almeno fino a domenica. Nel frattempo, si consiglia alla popolazione (in particolare ad anziani, bambini e soggetti con malattie respiratorie) di evitare l’attività fisica nelle ore centrali della giornata (tra le 12 e le 16), quando la concentrazione di ozono tende ad aumentare.
Un’altra misura utile è adottare una dieta ricca di antiossidanti, con frutta e verdura di stagione, che aiutano a contrastare gli effetti nocivi degli inquinanti.
“Serve un cambio di rotta”
Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, ha commentato l’episodio come un campanello d’allarme legato non solo al clima ma anche alla mancata riduzione di emissioni inquinanti:
“L’ozono è un inquinante secondario, si forma da altri gas quando esposti al sole. Serve una seria politica di riduzione del metano e un impegno concreto nel rispetto del Global Methane Pledge, che prevede un taglio del 30% entro il 2030. Siamo lontani da questo obiettivo”.
Zampetti ha inoltre sottolineato che la Pianura Padana, inclusa la provincia di Lodi, continua a registrare livelli elevati di polveri sottili e biossido di azoto, un problema cronico aggravato dal traffico urbano. Per questo ha ribadito la necessità di misure strutturali, tra cui il potenziamento del trasporto pubblico, le Low Emission Zones, e politiche urbane come Città30, già adottate anche a Lodi.
L’ozono non è solo pericoloso per la salute umana (con effetti irritanti su occhi e polmoni) ma rappresenta anche un danno economico, soprattutto per l’agricoltura. Le alte concentrazioni di ozono riducono la fotosintesi delle piante, abbassando la resa delle colture. Un fattore che, in combinazione con la siccità sempre più frequente, pesa sulla produttività del territorio lodigiano.
Infine, l’ozono inoltre è anche un potente gas serra: secondo l’IPCC, ha contribuito finora a un aumento della temperatura globale di 0,23°C. Un dato che conferma quanto sia urgente agire in modo coordinato e deciso per la salute del pianeta e delle nostre città.