Solidarietà

Ospedale di Lodi: due donazioni di farmaci ai popoli afflitti dalla guerra in Ucraina

L'Asst fa inoltre sapere giornalmente il numero dei posti letto disponibili per i profughi.

Ospedale di Lodi: due donazioni di farmaci ai popoli afflitti dalla guerra in Ucraina
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Proseguono le iniziative di solidarietà verso la popolazione ucraina afflitta dal conflitto bellico con la Russia. Anche l'ospedale di Lodi ha fatto la sua parte con due donazioni di farmaci e medicinali.

Ospedale di Lodi: due donazioni di farmaci ai popoli afflitti dalla guerra in Ucraina

Anche l'ospedale Maggiore di Lodi fa la sua parte nella solidarietà verso il popolo ucraino colpito dalla guerra con la Russia. In questi ultimi giorni sono state fatte due donazioni di farmaci e medicinali da parte della struttura ospedaliera lodigiana in Ucraina e in Polonia da destinare alle popolazioni travolte dal conflitto bellico a Kiev e ai profughi in fuga dalle bombe.

L'Asst di Lodi, invece, tramite le parole del direttore generale Salvatore Gioia, giornalmente fa il punto sulla situazione dei posti letto disponibili in pediatria, oncologia, medicina e terapia intensiva:

"Noi siamo pronti ad assistere eventuali persone in emergenza".

Tante le iniziative di solidarietà messe in campo anche a livello regionale:

"La Protezione civile è in campo per aiutare concretamente il popolo ucraino. L’Unione europea ha attivato il meccanismo unionale di Protezione civile. L’Ucraina ha fatto richiesta per farmaci e materiali sanitari e l’Unione europea ha effettuato una ricognizione tra tutti i paesi aderenti al meccanismo".

Regione Lombardia si è mossa con le direzioni generali welfare e territorio e protezione civile, insieme ad Areu, per l’invio di farmaci e materiali sanitari. Le Ats e Asst hanno risposto tempestivamente:

"Un’operazione di grande rilevanza per fornire supporto concreto alla popolazione ucraina in questo tragico periodo storico e questo anche grazie al nostro eccellente sistema di Protezione civile. Ringrazio tutti i volontari sempre in prima linea".

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