"No" al mega inceneritore, in mille in marcia da Castiraga Vidardo a Sant’Angelo
Politica, associazioni e cittadini uniti per dire no a un progetto che minaccia ambiente e salute nel Lodigiano
In mille manifestano a Castiraga Vidardo per dire "No" al mega inceneritore: in marcia politica, associazioni e cittadini.
"No" al mega inceneritore
Nella mattinata di sabato 25 gennaio 2025, oltre mille persone si sono riversate nelle strade di Castiraga Vidardo per opporsi con determinazione al progetto di ampliamento dell’inceneritore Ecowatt. Una protesta colorata e partecipata che ha visto uniti cittadini, associazioni ambientaliste e rappresentanti delle istituzioni, in un raro segnale di compattezza contro un’iniziativa percepita come dannosa per il territorio.
Il corteo
Il corteo, partito dalla piazza Madre Cabrini alle 10:30, ha visto la partecipazione iniziale di circa 700-800 persone, numero che è cresciuto lungo il percorso fino a riempire piazza Libertà di Sant’Angelo Lodigiano. Tra i presenti c’erano sindaci e amministratori locali, rappresentati da numerose fasce tricolori, insieme a parlamentari, consiglieri regionali ed europarlamentari. Hanno sfilato, tra gli altri, gli onorevoli Lorenzo Guerini e Valentina Barzotti, i consiglieri regionali Roberta Vallacchi e Patrizia Baffi, e il presidente della Provincia Fabrizio Santantonio.
“Istituzioni, forze politiche dei diversi schieramenti e cittadini sono scesi in piazza uniti per dire no a un impianto che, tutti hanno voluto ribadire, non serve, ha affermato Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd. "Se realizzato, l’inceneritore diverrebbe il terzo più grande della Lombardia: il progetto prevede l’ampliamento della linea di trattamento di biomasse e rifiuti non pericolosi da 35 mila a 45 mila tonnellate l’anno, e l’aggiunta di due nuove linee di trattamento di rifiuti pericolosi per 100 mila tonnellate annue complessive. Se l’iter andrà a buon fine, l’impianto sarà quadruplicato. Non si tratta quindi di un semplice ampliamento, ma di un vero e proprio nuovo impianto, le cui dimensioni diventerebbero 190 metri per 74, arrivando a toccare l’altezza di 55 metri, con un impatto devastante sull’ambiente”.
“Un impianto -incalza Vallacchi - che il Lodigiano non può permettersi, per diversi motivi: intanto non c’è nessuna pianificazione regionale del fabbisogno che sarebbe molto superiore a quello della nostra regione. La Lombardia ha già 13 impianti, tra cui uno a Brescia, che è tra i più grandi d’Europa. L’inceneritore avrebbe un impatto devastante sull’inquinamento atmosferico del territorio dove, secondo i dati del Ministero della Salute, c’è già una fortissima concentrazione di gas tossici come gli ossidi di azoto, l’ozono e il particolato atmosferico (PM10 e PM2,5), agenti inquinanti che causano gravi danni alla salute. Comporterebbe, inoltre, un aumento del traffico pesante, con ulteriori ricadute sulla qualità dell’aria e sulle strade che attraversano il Lodigiano”.
Dello stesso avviso anche Patrizia Baffi, consigliere regionale di Fratelli d'Italia:
Diciamo NO a chi specula sulla nostra salute, NO all’ampliamento dell’inceneritore di Castiraga Vidardo: un danno devastante e irreparabile per il territorio lodigiano e la salute dei suoi cittadini
Accanto alle istituzioni, anche numerose associazioni ambientaliste come Legambiente, il Wwf e il Comitato Ambiente Vidardo che hanno dato forza alla protesta. Famiglie, bambini, gruppi sportivi e cittadini comuni hanno animato il corteo con tamburi, fischietti e cartelli.
Le ragioni della protesta
Il progetto di ampliamento prevede un impianto di 200 metri con un’altezza di 54 metri, superando di 19 metri la Torre Mastra del Castello di Sant’Angelo, simbolo del territorio. Durante il comizio finale in piazza Libertà, i sindaci di Vidardo, Emma Perfetti, e di Sant’Angelo, Cristiano Devecchi, insieme al presidente della Provincia, Fabrizio Santantonio, hanno spiegato i motivi della contrarietà.
Oltre all’impatto visivo, come già detto, il nuovo inceneritore è ritenuto una minaccia per la salute pubblica a causa dell’incenerimento di rifiuti pericolosi, e per l’ambiente, con un rischio concreto di peggioramento della qualità dell’aria e del paesaggio.