SMOG ESTIVO

Nell’estate 2025 a Lodi superati 19 volte i limiti di ozono: tra le peggiori di tutta la Pianura Padana

Smog fotochimico e metano: la città lombarda tra le più colpite della Pianura Padana

Nell’estate 2025 a Lodi superati 19 volte i limiti di ozono: tra le peggiori di tutta la Pianura Padana

Lodi è tra le città lombarde più colpite dall’ozono estivo, con livelli pericolosi per salute e colture. Le emissioni di metano dagli allevamenti intensivi mantengono alto lo smog fotochimico, nonostante la riduzione di altri inquinanti.

Smog estivo: Lodi tra le peggiori

Con l’arrivo dell’autunno, anche per Lodi è tempo di bilanci in merito all’inquinamento atmosferico estivo. La città, come gran parte della Pianura Padana, ha registrato alti livelli di ozono, un inquinante fotochimico che danneggia le vie respiratorie, gli ecosistemi e le colture agricole. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, in Europa l’ozono è responsabile di 70mila morti premature all’anno, di cui 13mila in Italia, e danni agricoli valutati in oltre 2 miliardi di euro.

Il ruolo del metano e degli allevamenti

Mentre altri inquinanti sono in calo, l’ozono resta stabile o in aumento. Tra i suoi precursori ci sono gli NOx, in diminuzione, e il metano, le cui emissioni crescono soprattutto in Pianura Padana. Gran parte proviene dagli allevamenti bovini e dalla gestione dei liquami. Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna concentrano il 70% delle emissioni nazionali da queste fonti.

“Il metano è un potente gas climalterante e inquinante – spiega Damiano Di Simine di Legambiente – Ridurre le emissioni agricole, soprattutto negli allevamenti intensivi, è essenziale per proteggere salute e ambiente”.

Lodi tra i capoluoghi più colpiti

Durante l’estate 2025, Lodi ha fatto registrare numerosi superamenti dei valori di ozono raccomandati, allineandosi alle città della Lombardia occidentale come Milano, Bergamo, Lecco e Pavia. Anche se l’estate non è stata particolarmente calda o secca come negli anni passati, la qualità dell’aria è rimasta critica.

Norme e soglie: cosa prevede l’Europa

L’OMS e l’Unione Europea hanno fissato limiti precisi per proteggere la salute. Esistono due parametri principali:

  • Soglia di informazione: 180 µg/m³, che obbliga le autorità a informare la popolazione.
  • Soglia di allarme: 240 µg/m³, che richiede misure immediate di contenimento.

Per i valori obiettivo, calcolati come medie di 8 ore (MM8), l’OMS consiglia 100 µg/m³, mentre la normativa UE permette 120 µg/m³ con un massimo di 25 giorni/anno di superamento. Gli obiettivi futuri prevedono 18 giorni entro il 2030 e 0 entro il 2050.

L’estate 2025 a Lodi: numeri preoccupanti

Durante l’estate 2025, Lodi ha registrato numerosi superamenti delle soglie di ozono. Le aree più critiche della Lombardia occidentale includono Bergamo, Milano e le province limitrofe. Nonostante un’estate meno calda rispetto al 2022 e 2023, l’inquinamento da ozono continua a colpire duramente anche i centri urbani.

Alla data del 31 agosto la città che ha mostrato una situazione più grave è stata quella di Bergamo, con ben 77 giornate di superamento del valore obiettivo. Nelle 4 regioni del nord in Pianura Padana, le situazioni più critiche hanno riguardato Torino in Piemonte, l’Ovest Lombardia (Bergamo, Lecco, Milano, Pavia e Cremona), i capoluoghi emiliani (Piacenza, Reggio, Modena e Parma), quelli del Piemonte Orientale e Vicenza. All’opposto, il rispetto dei valori obiettivo si è verificato nei capoluoghi alpini di Sondrio e Belluno, in quelli romagnoli di Ravenna e Rimini insieme a Bologna, e nelle città dell’Est Lombardia, Brescia e Mantova.

Lodi con 19 giorni di superamento della soglia, si posiziona al tredicesimo posto delle città con più inquinamento da ozono.

Superamenti del valore massimo

Per quanto riguarda gli episodi più acuti, con superamento della soglia di informazione (180 mg/m3 come media oraria), questi hanno riguardato 27 dei 36 capoluoghi delle 4 regioni. Bergamo resta la città che ne ha subito in maggior numero (ben 72 fino al 31 agosto 2025), ma i capoluoghi colpiti con maggiore frequenza sono tutti quelli della Lombardia Occidentale (Bergamo, Lecco, Milano, Varese, Pavia, Monza, Cremona, Como e Lodi), insieme a quelli delle confinanti province emiliane (Piacenza, Modena, Parma e Reggio) e piemontesi (Novara e Asti).

Si segnalano anche episodi di superamento della soglia di allarme (a Pavia e in alcuni centri del Milanese). Una fotografia impietosa, considerando anche che l’estate appena trascorsa, con l’eccezione del mese di giugno, non è stata particolarmente favorevole ai fenomeni di smog fotochimico come era avvenuto nei siccitosi anni 2022 e 2023.

Impatto sulla salute e sull’ambiente

Negli anni passati, l’ozono era considerato un inquinante rurale, che danneggiava coltivazioni e boschi. Oggi, le città non sono più risparmiate: una quota crescente di popolazione urbana è esposta a livelli potenzialmente pericolosi. La riduzione di alcuni inquinanti da traffico, pur positiva, può paradossalmente contribuire all’aumento dell’ozono, perché molti precursori vengono meno nelle reazioni di degradazione dell’ozono stesso.

“Per migliorare la qualità dell’aria serve abbattere le concentrazioni di tutti i precursori, dagli NOx al metano”, conclude Di Simine. “È fondamentale anche dotare le centraline di monitoraggio di sensori per il metano, come previsto dalla nuova direttiva europea”.