Da lunedì 17 novembre 2025 scatta la cassa integrazione di 13 settimane per i 44 lavoratori della Baerlocher di Lodi: “Mercato stagnante”.
Scatta la cassa integrazione alla Baerlocher
A partire da posdomani, lunedì 17 novembre 2025, scatta la cassa integrazione per tutti e 44 i dipendenti della Baerlocher spa, azienda con casa madre in Germania che vede una sede anche a Lodi, lungo la strada provinciale 23 che in quel tratto prende il nome di via San Colombano – poco fuori città, a poca distanza dalla tangenziale sud.
Nella giornata di ieri, venerdì 14 novembre 2025, i sindacati hanno tenuto un’assemblea con i lavoratori durante la quale è stato illustrato il futuro – per lo meno le prossime settimane – dello stabilimento lodigiano.
In pratica è stata presa la decisione di partire con 13 settimane di cassa integrazione non consecutive. Si aggiungono, sempre all’interno dell’accordo con i sindacati, maturazione dei ratei, integrazione salariale (fino al 60%), rotazione e anticipo del salario di cassa.

Mercato stagnante e timori di lavoratori e sindacati
La decisione di procedere con la cassa integrazione è stata assunta in funzione dell’attuale situazione del settore in cui lo stabilimento lodigiano opera. In altre parole, mercato stagnante e pochi ordini: situazioni, queste, che stanno rendendo complicato il futuro.
Già nel corso della passata primavera sempre a Lodi i lavoratori avevano usufruito di altre 13 settimane non consecutive di cassa integrazione e ora la situazione si sta ripetendo.
Per i lavoratori Baerlocher il momento non è dei più semplici. Il contesto non è disastroso, ma in ogni caso le premesse non sono delle migliori – anche solo per il fatto che in azienda ci sia stato bisogno di altre 13 settimane di cassa solamente pochi mesi fa.
L’azienda infatti produce additivi chimici per il Pvc utilizzato in edilizia: un settore molto specifico che a livello di mercato ormai da un po’ di tempo non sta regalando grandi soddisfazioni. Ai timori dei lavoratori, in tale quadro, si aggiungono i timori dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. Le tre sigle guardano al futuro con cautela, sperando che la situazione possa andare migliorando anche a fronte delle previsioni dell’azienda stessa, che già per il prossimo mese di gennaio spera in una ripresa del mercato – per lieve che possa essere.