San Colombano al Lambro

La pastora cambia vita: "Vendo tutte le pecore, ma che non vadano al macello"

La scelta della ex giornalista Silvia Canevara: "Cambio vita di nuovo, ma sono affezionata ai miei animali"

La pastora cambia vita: "Vendo tutte le pecore, ma che non vadano al macello"
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La pastora Silvia Canevara vende tutte le sue pecore dopo oltre sette anni: "Tempo di cambiare vita, ma che non vadano al macello".

La pastora Silvia Canevara cambia vita

Ex giornalista e tra qualche tempo anche ex pastora. Silvia Canevara, di San Colombano al Lambro, a un tiro di schioppo dalla provincia di Lodi, ha deciso di cambiare nuovamente vita. Come riporta il Corriere della Sera, era il 2015 quando Canevara aveva deciso di abbandonare la carta stampata per dedicarsi ad un'attività del tutto particolare: la pastora.

Pecore come "tagliaerba naturali"

All'epoca infatti aveva acquistato delle pecore e negli ultimi sette anni si è dedicata all'attività della pastorizia, con anche uno scopo sociale e utile per tanti. Le pecore infatti venivano e vengono tutt'ora utilizzate come "tagliaerba naturali" per scuole, Comuni, associazioni e chiunque ne abbia bisogno.

Una doppia funzione: quella di tenere in ordine il verde e, come conseguenza, anche la concimazione naturale delle aree dove le pecore vengono messe al lavoro.

"Vendo tutto, ma non finiscano al macello"

Ora però, dopo la nascita dei due figli - che hanno cinque e tre anni - Silvia Canevara ha deciso di cambiare nuovamente vita. La donna spiega al Corriere di come la professione di pastora e il fatto di essere madre siano due attività particolarmente impegnative e di conseguenza difficilmente conciliabili tra loro.

La decisione è quindi arrivata. Canevara ha deciso di vendere tutte le pecore - forse ne terrà un paio, alle quali è particolarmente affezionata - ma con una specifica ben precisa per il futuro acquirente o i futuri acquirenti: non portare gli animali al macello.

Una decisione che Canevara ha assunto proprio per tutelare la vita delle sue pecorelle, che quindi potranno essere usate nuovamente come "tagliaerba naturali", in una fattoria didattica, da compagnia o in altri modi simili. Basta che - è l'appello di Silvia - non finiscano sulla tavola da pranzo di qualcuno.

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