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Emilia Marrazzo diventa la nuova coordinatrice della Breast Unit dell’ASST di Lodi

La struttura, con oltre 200 interventi senologici nel 2024, si conferma centro di riferimento per le pazienti con carcinoma mammario

Emilia Marrazzo diventa la nuova coordinatrice della Breast Unit dell’ASST di Lodi

Emilia Marrazzo è la nuova coordinatrice della Breast Unit dell’ASST di Lodi, subentrata a Marco Andrea Placucci dopo il suo pensionamento. La struttura, che nel 2024 ha superato i 200 interventi di chirurgia senologica, si conferma un centro fondamentale per le pazienti con carcinoma mammario, grazie a un’équipe multidisciplinare altamente specializzata e a percorsi di cura completi, dalla diagnosi al follow up.

Breast Unit dell’ASST

La Breast Unit dell’ASST di Lodi rappresenta un punto di riferimento per le donne colpite da carcinoma mammario, una patologia che da sola costituisce circa il 30% di tutti i tumori femminili.  Gli studi clinici confermano l’importanza di rivolgersi a centri dedicati: la sopravvivenza a cinque anni per chi si affida a una Breast Unit è pari all’83,9%, contro il 74,9% di chi non vi accede.

Dopo il pensionamento di Placucci, la direzione della Breast Unit lodigiana è stata affidata a Emilia Marrazzo, che coordina un’équipe composta da chirurghi senologi – tra cui Federica Carriero – e da professionisti specializzati in oncologia, radiologia, anatomia patologica, radioterapia, chirurgia plastica, genetica e fisioterapia. Fondamentale anche il ruolo dell’infermiere di senologia, che segue la paziente in ogni fase del percorso di cura.

Numeri e attività

La Breast Unit risponde pienamente ai criteri di accreditamento: almeno 150 interventi di chirurgia senologica all’anno, due chirurghi dedicati e un team multidisciplinare. A Lodi i numeri sono in crescita, con oltre 200 trattamenti chirurgici nel 2024 e due sedute operatorie settimanali, a conferma della fiducia consolidata nel tempo.

In provincia di Lodi, su 240mila residenti, ogni anno circa 250 donne ricevono una diagnosi di tumore alla mammella e la maggior parte sceglie di affidarsi alle strutture dell’ASST. I casi vengono discussi collegialmente ogni settimana e il chirurgo comunica direttamente alla paziente la diagnosi e il trattamento più indicato, che può essere chirurgico o chemioterapico neoadiuvante.

“È un team – spiega la dottoressa Marrazzo – che propone alla paziente il percorso terapeutico più indicato ed efficace per affrontare al meglio la propria malattia; una squadra di donne e uomini che l’accompagnerà e non la lascerà mai sola (dall’analisi bioptica al follow up previsto, nei cinque anni post intervento)”.

Riduzione della mortalità

Nonostante l’elevata incidenza del carcinoma mammario, i dati epidemiologici mostrano una riduzione della mortalità (-0,8% dagli anni ’90). La fascia d’età più colpita è quella tra i 45 e i 75 anni, su cui si concentrano le campagne di screening.

“Tuttavia noi raccomandiamo – ricorda la coordinatrice – che anche le donne under 40 si sottopongano a test diagnostici mammari, almeno ogni anno o due, soprattutto in caso di familiarità della patologia”.

“Quello che spieghiamo alle donne giovani e alle ragazze – aggiunge Emilia Marrazzo – è non aver paura, ma conoscere di più il proprio corpo. Anche l’auto palpazione va in questa direzione”.