A Lodi

Coldiretti sulla peste suina africana: necessari elementi sicuri per gli allevatori

Richiesta maggiore sicurezza per gli allevatori lodigiani

Coldiretti sulla peste suina africana: necessari elementi sicuri per gli allevatori
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Dopo i primi casi di peste suina africana accertati anche nel territorio lodigiano, iniziano le prime preoccupazioni degli allevatori. Dopo l’ultima ordinanza del commissario straordinario per la peste suina richiesti indennizzi e moratorie sui mutui. 

Peste suina a Lodi

Ormai è accertata la diffusione della PSA anche nella provincia di Lodi. Ad oggi in tutta la regione Lombardia si contano ben 16 focolai, 11 dei quali si trovano concentrati nel pavese. Per quanto solo una settimana fa il lodigiano sembrava lontano da questa realtà, oggi gli allevatori devono fare i conti con il contagio.

Per questo motivo sono iniziate le prime preoccupazioni. Dopo l'ultima ordinanza del commissario straordinario gli allevatori Coldiretti richiedo un aiuto concreto. 

"Vogliamo certezze, a cominciare dagli indennizzi. Dall’ultima ordinanza del commissario straordinario per la peste suina capiamo che finalmente si sta cercando di fare qualcosa: si introducono nuove restrizioni, comprensibili alla luce dell’aumentato numero di focolai, ma mancano ancora garanzie sul fronte economico per capire come continuare il nostro lavoro." afferma Riccardo Asti, suinicoltore di Pieve Fissiraga e consigliere della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza,

"Da fine luglio – continua Asti - siamo completamente bloccati e non possiamo caricare suini perché il mio allevamento è in zona 3 di restrizione, con la possibilità che ora finisca in zona di sorveglianza visti i focolai registrati nel Lodigiano.  Ma è già da maggio, quando siamo entrati in zona 1, che siamo costretti a vendere i nostri suini al 30-35% in meno del valore di mercato."

Aumentano quindi le necessità, è inoltre necessario diminuire i tempi di attesa e capire nel minor tempo possibile a quale zona di restrizione si appartiene, proprio come affermato da Paolo Ferrari, allevatore di suini di Codogno. Secondo il quale è strettamente necessario fornire elementi sicuri su cui gli allevatori possono basarsi.

"Gli allevatori non posso essere additati come i responsabili della proliferazione dei focolai, nelle nostre aziende applichiamo tutte le misure di biosicurezza previste – puntualizza Raffaele Mazzari, allevatore di suini a San Rocco al Porto -. Non siamo criminali, noi vogliamo solo continuare a lavorare. Se mi chiedi di depopolare gli allevamenti, magari anche le scrofaie, devi garantirmi gli indennizzi adeguati. Il commissario deve chiedere subito questi soldi al Governo e venire qui sul territorio a rendersi conto direttamente della situazione. Non può aspettarsi che gli allevatori autodistruggano le loro imprese senza assicurare loro le risorse necessarie a coprire i danni."
“L’impegno di Coldiretti è continuo. E’ necessario attivare tutto quanto è necessario per supportare le aziende coinvolte direttamente e indirettamente – conferma Alessandro Rota, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza –. E oltre ai danni diretti e indiretti, abbiamo avanzato da subito la richiesta del sostegno alle imprese suinicole sia dal punto di vista bancario, con la moratoria sui mutui, che sul fronte fiscale e contributivo”.
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