Casi in discesa in Lombardia, anche negli ospedali: cala la pressione sui ricoveri
In calo i nuovi casi giornalieri e l'occupazione dei reparti ordinari. Crescita zero anche per le terapie intensive.
Allontanato ormai (quasi) definitivamente il rischio di passare in zona arancione, è comunque tempo per fare un bilancio sull'ultima settimana appena trascorsa. Potremmo riassumere il tutto con un laconico "bene ma non benissimo". Gli indicatori più importanti (incidenza, ospedali e terapie intensive occupate) scendono tutti, ma forse non alla velocità sperata.
Il focus sui nuovi casi giornalieri
Sappiamo ormai quanto sia sempre meno importante questo parametro, quello dell'incidenza settimanale poiché, con l'avvento della variante Omicron (sempre più dominante nella nostra regione e, in genere, in tutta Italia), assistiamo ad un un numero molto elevato di casi che però, fortunatamente, non si traduce in numero di ospedalizzazioni nello stesso rapporto rispetto ad un anno fa. Il virus, al di là di quale variante sia, incontra oggi soggetti in larga parte vaccinati o guariti e quindi causa malattia severa solo in una ristretta fascia di popolazione. Certo, è ancora dura per i non vaccinati, specie se avanti con l'età e con altre patologie.
I casi giornalieri in Lombardia, comunque, sono in chiara decrescita ormai da una decina di giorni, anche se non c'è stato un vero e proprio crollo dei "numeri" come abbiamo visto, ad esempio, nel Regno Unito. Le ragioni sono diverse: da un lato, innanzitutto, siamo più indietro nella curva di Omicron. Siamo inoltre indietro anche nelle terze dosi rispetto a UK (Paese che, tra l'altro, lasciando circolare il virus senza le restrizioni applicate nella nostra Nazione, ha fatto sì che molta gente si ammalasse in questi mesi e realizzasse in seguito una sorta di "immunità di gregge").
Ad ogni modo si scende, frenati un po' anche dalle riaperture delle scuole che causano ancora molti nuovi casi nei più giovani (e non pochi disagi tra dad, quarantene lunghissime e genitori in difficoltà a "gestire" i bambini a casa), ma il dato è definito: la progressione della discesa lombarda è stabilmente riscontrabile nelle variazioni percentuali dei casi in sette giorni: -14,4% il giorno 20 gennaio, -19,8% il giorno 21 gennaio, -15,6% il 22 gennaio e -14,1% il 23 gennaio.
Le variazioni percentuali dei casi in sette giorni
A spiegare bene questo parametro all'interno del grafico - ve lo riproponiamo anche questa settimana per una migliore comprensione dei numeri sopraindicati - è lo stesso dott. Paolo Spada per Pillole di Ottimismo:
"La linea orizzontale corrisponde allo 0% di variazione e ad Rt uguale a 1: al di sotto di essa (area verde) si prevede rallentamento dell'epidemia, mentre al di sopra (area rossa) il contagio è previsto in aumento. Appare chiaramente che la curva della stima Rt è in ritardo di 13 giorni rispetto alle variazioni percentuali dell'incidenza (in viola), specialmente in occasione delle più repentine risalite del tasso di contagio, che le variazioni sono dunque in grado di rilevare in modo decisamente più tempestivo".
Insomma, il dato è sempre più cristallino: la Lombardia ha iniziato la discesa. E finalmente osserviamo una tendenza simile anche per gli altri due parametri, ormai decisamente più importanti: ricoveri ordinari e terapie intensive.
Ricoveri ordinari: ancora da zona arancione ma in calo
Sono ancora da zona arancione i parametri per quanto riguarda le ospedalizzazioni nei reparti ordinari (la soglia limite è fissata al 30%): In Lombardia, secondo l'ultimo bollettino, i reparti ordinari sono occupati al 32,5%. La buona notizia, però, è che assistiamo ad una calo del 5% nell'ultima settimana, rispetto alla settimana precedente (lo scorso 17 gennaio l'0ccupazione era salita al 34,9%).
Migliora anche la situazione nelle terapie intensive
Discorso analogo anche per i reparti più delicati, quelli di rianimazione. Qui, complice anche l'aumento di posti letto disponibili, non si è raggiunta la soglia per la zona arancione (fissata al 20%). Nell'ultimo bollettino le terapie intensive sono occupate nella nostra regione al 14,8% per malati Covid.
La buona notizia è che, dopo settimane di continua crescita, anche queste si sono stabilizzate: è infatti pari a +0% l'incremento settimanale rispetto alla precedente. Sembra dunque essere arrivati in cima al picco anche in questo dato. Una settimana fa, inutile sottolinearlo, l'occupazione era al 14,8%, ma ancora in crescita del 9%.
nb. Lo ricordiamo, buona parte della quota restante, sia in area medica che in terapia intensiva, NON è libera, ma impegnata per tutte le altre patologie. Inoltre va sottolineato che c'è una quota di pazienti ricoverati per operazioni, altre patologie, totalmente asintomatici dal punto di vista del contagio da SARS-CoV-2, ma che scoprono solo in tale circostanza di essere "anche" positivi.
In Lombardia cala la pressione sui ricoveri ospedalieri
"Questa situazione - commenta la vicepresidente ed assessore regionale al Welfare Letizia Moratti - da un lato mette in luce la stabilizzazione della curva pandemica e dall'altro conferma l'efficacia organizzativa messa in campo dalla sanità lombarda anche attraverso il trasferimento di pazienti meno gravi in strutture intermedie riservate a sub acuti e post acuti, in modo da alleggerire la pressione sui ricoveri ospedalieri in area medica e terapie intensive.
Il rallentamento della curva epidemiologica, accelerata nelle scorse settimane dalla variante Omicron è anche frutto della massiccia campagna vaccinale che vede la Lombardia somministrare vaccini costantemente al di sopra dei target assegnati dalla struttura commissariale. La Lombardia ha superato il 90% delle adesioni tra la popolazione vaccinabile over 5 anni, che salgono al 97% se si considerano solo gli anziani over 60, e al 94% se invece si considerano gli over 12 escludendo i bambini 5/11 anni".
I quattro indicatori
L'analisi della D.G. Welfare evidenzia come quattro indicatori indipendenti tra loro segnalano un calo del fenomeno Covid in Lombardia.
Ogni indicatore (come da tabella sottostante) registra una fase diversa dell'ondata epidemica: il primo indicatore è il numero di chiamate per eventi infettivi ad AREU, il secondo indicatore registra il numero di tamponi positivi sulla popolazione (Incidenza), il terzo il numero di ricoverati in ospedale, il quarto i ricoverati in terapia intensiva.
In maniera coerente tra loro, gli indicatori evidenziano come l'ondata pandemica sia in fase di esaurimento in quanto sia gli indicatori più precoci (che registrano le prime fasi della malattia) sia quelli più tardivi (l'evento ricovero) sono in fase calante.
TABELLA su andamento epidemiologico covid al 24 gennaio 2022: