Luoghi del cuore del Fai in Lombardia: la Bassa spopola, ecco la classifica parziale
Fino al 30 novembre si può ancora votare: ecco la classifica provvisoria. Doppietta per Cremona, in lizza anche Pavia e Lodi; Mantova grande esclusa.
Ecco la classifica provvisoria dei Luoghi del cuore più votati in Lombardia.
Luoghi del cuore del Fai
Manca un mese al termine della 9ª edizione del censimento nazionale dei luoghi da non dimenticare organizzato dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Ancora 30 giorni per votare i luoghi più amati e contribuire a tutelarli, valorizzarli o salvarli da degrado e abbandono con un gesto concreto. Sono oltre un milione i voti ricevuti finora per più di 35.000 differenti “luoghi del cuore”, ma migliaia di persone si stanno ancora mobilitando per raccogliere firme a favore delle realtà territoriali a loro più care, con 224 comitati che a oggi si sono registrati sul sito www.iluoghidelcuore.it. Si tratta di dati parziali, visto che di solito negli ultimi giorni del censimento vengono consegnate al FAI molte raccolte voti, spesso in grado di ribaltare la classifica finale che verrà comunicata nel mese di febbraio 2019.
Doppio obiettivo
Doppio l’obiettivo che stimola a partecipare a questa iniziativa davvero unica e a compiere un gesto d’amore verso luoghi d’arte e natura bisognosi di cure e protezione:
– la realizzazione di un intervento diretto sulla base di specifici progetti d’azione per i primi 3 luoghi classificati, a cui verranno destinati rispettivamente 50mila, 40mila e 30mila euro, e per il bene vincitore della speciale classifica dei “luoghi d’acqua” a cui saranno assegnati fino a 20mila euro;
– la visibilità ottenuta dai luoghi votati durante il censimento che, oltre a sensibilizzare la popolazione sull’importanza del proprio patrimonio e sulla necessità di una sua tutela e valorizzazione, può portare in alcuni casi alla nascita di collaborazioni virtuose tra società civile, associazioni e istituzioni del territorio e trainare così lo stanziamento di ulteriori contributi. I luoghi che riceveranno almeno 2.000 voti potranno inoltre presentare una richiesta per un intervento sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo, secondo le linee guida che verranno diffuse nel 2019 dopo l’annuncio dei risultati e sulla base delle quali verranno selezionati i beneficiari di contributi economici fino a un massimo di 30mila euro. In totale, nel 2019, verranno messi a disposizione 400.000 euro.
La classifica provvisoria
Ecco i luoghi che in Lombardia sono, per il momento, ai primi posti della classifica provvisoria.
Il Santuario della Madonna della Cornabusa a Sant’Omobono Terme (BG) è incastonato sul versante di un monte a picco sulla Valle Imagna e inserito all’interno di una caverna in cui sgorga una sorgente d’acqua. L’origine del luogo è da far risalire al periodo delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, tra il 1350 e il 1440. Per sfuggire alle violenze alcuni abitanti della zona si nascosero in una “corna busa”, che in dialetto significa cavità naturale, portando con sé la statuetta lignea della Madonna che si racconta sia stata lì dimenticata e nel secolo successivo fu al centro di un miracolo. Proprio in quel luogo fu edificato il santuario dedicato al culto della Madonna della Grotta, che in seguito divenne Madonna della Cornabusa. Nel piazzale della grotta si trova un tempietto chiuso da inferriata che custodisce ancora oggi la statua. Ancora oggi punto di riferimento per tutta la comunità della Valle Imagna, necessita di svariati interventi di tutela e restauro di cui si fa portavoce un comitato che riunisce la Parrocchia di Cepino, la Comunità Montana Valle Imagna, l’Infopoint Valle Imagna e la Pro Loco di S. Omobono.
La Basilica di Santa Giulia a Bonate Sotto (BG), di notevoli dimensioni, è attestata già nel 1129, ma la sua origine si radica nella leggenda: edificata per volere della santa a cui venne intitolata, per alcuni, o per volere della regina Teodolinda, secondo altri. Nel corso del Medioevo eventi avversi disgregano la comunità, così la basilica è rimasta incompiuta e i manufatti già realizzati, abbandonati. Oggi, è utilizzata come cappella del cimitero sorto attorno a essa. Interventi settecenteschi convivono con elementi architettonici di età longobarda e anche più antica. La chiesa di proprietà del Comune, oggetto di restauri negli anni passati, è oggi aperta al pubblico, ma necessita di nuovi interventi di conservazione e valorizzazione. Il comitato “Santa Giulia, la basilica” è attivo insieme al Comune di Bonate Sotto che ha individuato un progetto di restauro suddiviso in cinque lotti funzionali, che è possibile sostenere con i benefici fiscali dell’Art Bonus.
Il Castello Visconteo di Binasco è stato edificato nel Trecento. Il nucleo originario della fortificazione fu eretto a protezione della città di Milano. L’edificio è a pianta quadrangolare allungata, con alte mura merlate in laterizi a vista che cingono un’ampia corte centrale, protetto probabilmente da quattro alte torri angolari quadrate, delle quali oggi ne rimangono solo due (di cui una semi distrutta) e circondato da un ampio fossato, oggi riempito. Nel lato nord, il Castello Visconteo mostra i segni di bifore risalenti ai secoli tra il XIV e il XV. Il lato est è quello più visitato e interessante: si possono vedere le bifore e le merlature antiche e, al di sopra dell’ingresso originario, il simbolo del biscione visconteo. Il Castello Visconteo di Binasco è stato scenario della decapitazione di Beatrice Tenda, sposa di Filippo Maria Visconti, accusata di adulterio. Il cortile interno presenta un porticato e una loggia, di epoca più recente. Di proprietà del comune che ne occupa un’ala con uffici, oggi il castello ha bisogno di urgenti interventi di restauro, promossi dal comitato Amici del Castello di Binasco.
La Chiesa di Santa Maria di Bressanoro, situata fuori dal centro abitato, nella campagna, presenta un severo impianto a croce greca sormontato da un poderoso tiburio ottagonale e quattro bracci cupolati. All’interno la cupola è modellata da profili e decorazioni in cotto. L’originalità planimetrica e strutturale e la straordinaria precocità tipologica fa pensare a uno degli edifici di culto più interessanti della prima età rinascimentale nel territorio del ducato milanese. Una singolare vicenda di spiritualità, devozione e committenza è all’origine del santuario di S. Maria Bressanoro, a Castelleone voluto dal nobile portoghese Amadeo Mendes da Silva che convertitosi al cattolicesimo, arrivò nel 1452, a Milano, dove grazie alla protezione di Bianca Maria Sforza e all’intervento della corte ducale presso papa Pio II, ottenne l’ordine sacerdotale e il permesso di individuare sul territorio lombardo un luogo adatto all’insediamento di una comunità religiosa. La responsabilità del progetto architettonico del santuario potrebbe ricercarsi nella direzione del Filarete, architetto di Francesco Sforza in quegli anni. Un vasto ciclo a fresco con Storie della vita e della Passione di Cristo che culmina, sopra l’arco trionfale, in una grandiosa Crocifissione, trova posto sopra un giro di cornici in cotto a stampo con teorie di angeli. Proteggere la chiesa e il valore che rappresenta è l’obiettivo del comitato che sta raccogliendo firme al censimento, promuovendo il recupero delle decorazioni a cotto custodite nell’edificio.
Situato nel Comune di Castelletto di Branduzzo, il Castello di Branduzzo si estende nella pianura dell’Oltrepò pavese tra Pavia e Voghera, in un’area un tempo rinomata per la coltivazione del gelso e per l’allevamento dei bachi da seta, oggi dedita soprattutto alla coltivazione dei cereali. Si presenta come un vasto complesso di tipo medievale con due torri minori che rimandano alla tipologia del castello visconteo e due torri maggiori che trasmettono l’immagine dell’architettura sforzesca. Il palazzo vero e proprio, per i suoi aspetti stilistici e decorativi, evidenti soprattutto nelle parti esterne, si inserisce nel quadro del più artistico e raffinato gusto dell’architettura rinascimentale lombarda. Venne edificato dalla famiglia Botta, di origine lombarda, nel corso dell’ultimo decennio del quattrocento. Del castello è rimasta oggi solo un’ombra dell’antica grandezza. La sua decadenza dura ormai da trent’anni, da quando sono venuti a mancare i fondi per una manutenzione di tipo ordinario e poi, sempre più urgentemente, di tipo straordinario. Il castello ha inoltre subito negli anni furti innumerevoli e atti vandalici, fino allo strappo dei preziosi tondi quattrocenteschi di terracotta nominati anche nei manuali di architettura. Questo luogo, in cui hanno lavorato le più alte maestranze del Rinascimento lombardo, non può essere dimenticato, per questo motivo il comitato Amici del Castello di Branduzzo ha scelto di attivarsi promuovendo la raccolta firme per “I Luoghi del Cuore”.
Nel cuore di Bergamo Alta si trova il Monastero del Carmine, di rilevante valore architettonico e culturale, per la ricchezza delle attività che ospita. Al suo interno è infatti attivo il TTB Teatro tascabile di Bergamo, storico gruppo internazionale (fondato nel 1973 da Renzo Vescovi), definito “bene culturale vivente” dal prof. Ferdinando Taviani (1942) grande studioso di Storia del teatro. L’edificazione del monastero inizia a metà del XIV secolo, ma il periodo di massima attività è da ricercare tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, con la costruzione vera e propria del monastero che si conclude nel XVII. L’architettura si articola attorno a un chiostro caratterizzato da un porticato con archi a tutto sesto, sostenuti da colonne impostate su di un basso muretto. Le colonne sono coronate da capitelli di tipo composito sormontate da pulvini. Il primo piano è costituito da logge architravate. Attorno al chiostro si articolano diversi corpi di fabbrica. L’ala orientale, completata per la maggior parte nel 1514, ospitava un suggestivo locale ipogeo e il refettorio voltato e decorato con affreschi. Il complesso monastico, di proprietà del comune, si trova oggi in buone condizioni statiche ma continua a presentare problemi legati alla conservazione degli elementi di pregio: intonaci e decorazioni pittoriche, elementi lapidei. Il comitato TTB sta raccogliendo firme per sensibilizzare sui bisogni del luogo.
Il Lazzaretto di San Rocco a Marnate, realizzato tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, è un luogo sacro dedicato al santo protettore degli appestati. È costituito da un’aula unica a forma rettangolare sormontata da un tetto a capanna. Costruito in memoria della peste del 1630, divenne nel 1911 un ospedale per i malati di colera e poi magazzino per gli approvvigionamenti dell’esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi ritornare a essere edificio sacro. Il Lazzaretto necessita di un intervento di messa in sicurezza e di restauro: il comitato “per la tutela e conservazione del Lazzaretto di Marnate”, attivo per la raccolta dei voti dalla scorsa edizione del censimento, si sta impegnando, insieme alla Parrocchia di Sant’Ilario, proprietaria del bene, al Comune, alla Pro Loco e a diverse associazioni locali, nell’opera di valorizzazione e nella ricerca dei fondi necessari per il recupero.
Il Tempio Civico della Beata Vergine Incoronata a Lodi rappresenta uno dei luoghi più pittoreschi della città, fondato il 14 maggio 1488 dal vescovo Pallavicino e realizzato su progetto di Giovanni Battagio, collaboratore milanese di Bramante. Al suo interno si trovano antichi e preziosi affreschi a opera della famiglia Piazza, oltre alle preziosissime quattro tavole di Ambrogio Bergognone. Le decorazioni, realizzate tra la fine del Quattrocento e gli anni Sessanta del Cinquecento, fanno di questo tempio uno dei massimi capolavori del rinascimento lombardo. L’edificio presenta una pianta ottagonale decorata con finiture d’oro, così come la magnifica cupola in oro e blu con gli affreschi di Enrico Scuri raffiguranti il Trionfo dei Santi lodigiani. Degna di nota anche la cappella contenente l’antico organo a canne costruito nel 1507 da Domenico De Luca e restaurato nel 1775 da Giovanni Battista Chiesa. Per valorizzare la peculiarità del luogo, i cittadini di Lodi hanno segnalato il tempio civico dell’Incoronata al 9° censimento de “I Luoghi del Cuore”.
La Serra esotica di Villa Annoni a Cuggiono è un complesso gentilizio, in stile neoclassico settecentesco, con residenza padronale e parco di 23 ettari, secondo in Lombardia solo a quello della Villa Reale a Monza tra quelli cintati. All’interno del parco si trova la serra esotica, costruita dalla famiglia Annoni nel XVIII secolo, esempio della cultura di fine Settecento dei giardini esotici, riproduzione di luoghi e culture straniere. È uno dei pochissimi esempi di serre bioclimatiche in muratura presenti in Lombardia, utilizzata per la coltivazione e il mantenimento invernale di molte delle oltre 160 specie arboree presenti nell’immenso parco della villa. L’anno di costruzione è compreso tra il 1849 e il 1872. La proprietà è oggi del Comune. Il comitato attivo al censimento, in collaborazione con il Museo Storico Civico Cuggionese e il Lions Club Naviglio Grande satellite del Parabiago Maggiolini, si sta adoperando a fianco del Comune perché si costruisca un progetto che comprenda sia la sistemazione delle 15 stupende vetrate sia un piano di attività che rilanci il luogo rendendolo maggiormente fruibile dai cittadini.
La Chiesa di Santa Lucia a Cremona è una tra le più antiche della città. Secondo la tradizione, fu voluta dalla regina Teodolinda nel 621. Più attendibile, invece, la datazione intorno al 1120, come dimostrano alcuni caratteri stilistici di parti superstiti, quale l’abside, tipica dello stile romanico cremonese. L’edificio presenta una sobria facciata in cotto, ricostruita da Giovanni Dattaro, architetto italiano (1495-1576), alla fine del XVI secolo, scandita da lesene binate poggianti su alto zoccolo e con cornicione aggettante su piccole mensole. Al centro si apre un finestrone settecentesco, in sostituzione del rosone originario. L’interno, a tre navate divise da pilastri, presenta opere pregevoli: una statua lignea di Santa Lucia (oggetto di grande devozione popolare) e una Crocifissione e sull’altare maggiore la tela raffigurante la morte di Santa Lucia. L’abside di sinistra conserva interessanti frammenti di affreschi appartenenti all’antica decorazione duecentesca. Il catino absidale presenta un’incoronazione della Vergine, affresco ricco di elementi tardo gotici, attribuito ad Antonio De Ferrari e risalente alla prima metà del XV secolo. Un comitato spontaneo che collabora con la parrocchia desidera valorizzare la chiesa, pregevole espressione artistica per la sua architettura e i pregevoli arredi. Infiltrazioni di acqua stanno minando la staticità dell’edificio.
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