È stata presentata mercoledì 19 novembre 2025 al Teatro Regio di Parma la 71esima edizione della Guida Michelin Italia e tra i ristoranti premiati ce n’è uno di Lodi. La guida si apre con un dato che da solo racconta la vitalità della ristorazione italiana: quasi duemila locali citati e oltre centoventicinque nuove entrate.
Le stelle complessive assegnate sono 394, un numero che conferma l’Italia come secondo Paese al mondo per ristoranti stellati. Un risultato che riflette un settore in costante fermento, capace di innovare senza perdere il legame con i territori.
Guida Michelin 2026: Italia secondo paese più stellato
Quest’anno i ristoranti tre stelle sono quindici. Quattordici di loro riconfermano il titolo, mentre una nuova insegnaraggiunge per la prima volta il gradino più alto.
Si tratta di La Rei Natura dello chef Michelangelo Mammoliti che entra così nell’élite gastronomica della penisola. Il panorama dei tristellati mostra per il resto una straordinaria continuità con indirizzi che da anni rappresentano il meglio della cucina italiana come Piazza Duomo ad Alba, considerato un vero tempio del gusto.

E poi ci sono l’Atelier Moessmer Norbert Niederkofler di Brunico, Da Vittorio a Brusaporto, il Reale di Castel di Sangro, l’Enoteca Pinchiorri di Firenze e altri.
Una stella per La Coldana di Lodi
Ma c’è anche un po’ del territorio lodigiano nella Guida. Per il terzo anno consecutivo, il ristorante La Coldana di Lodi conquista la prestigiosa stella Michelin. Alessandro Ferrandi, che gestisce il locale insieme a Fabrizio Ferrari, esprime grande soddisfazione per il traguardo raggiunto.
Il ristorante, situato in una cascina settecentesca restaurata in via del Costino, continua a distinguersi per qualità e creatività.
Lo chef Alessandro Proietti Refrigeri, forte di un lungo percorso professionale in Italia e all’estero, ha nuovamente convinto la guida. La sua cucina, attenta al territorio e all’innovazione, è stata premiata ancora una volta.

Tra le proposte più celebri spicca l’ “uovo a 63° in versione carbonara”, reinterpretato con prodotti locali. Un altro piatto simbolo è “rape, radici e vegetali”, una composizione raffinata di ben trenta ortaggi differenti. Questi elementi contribuiscono all’identità unica del ristorante.
I nuovi ristoranti premiati
La novità non riguarda solo il vertice. L’edizione 2026 accoglie ventidue nuovi ristoranti con una stella, due nuove insegne che salgono a due stelle e un numero complessivo di locali segnalati che sfiora quota duemila.
Si tratta di una costellazione in continua espansione che testimonia quanto la cucina italiana sia ormai un laboratorio diffuso di creatività, sostenibilità e attenzione al prodotto.
Il Paese appare sempre più ricco di giovani talenti, di territori che riscoprono antiche tradizioni, di cucine che uniscono tecnica e identità.
Poche donne stellate
Accanto all’entusiasmo, però, riaffiora ogni anno un tema che la presentazione della guida mette sotto gli occhi di tutti: lascarsa presenza femminile ai vertici della ristorazione.
Nonostante momenti emozionanti, come l’annuncio di Dominga Cotarella del Michelin Service Award assegnato a una professionista della sala, l’immagine complessiva del palco resta fortemente sbilanciata.
Tra i quindici ristoranti tre stelle del 2026, solo uno è guidato da una donna e si tratta proprio di Nadia Santini che dal 1996 mantiene con dedizione e talento i tre macaron del suo Dal Pescatore. La sua presenza, preziosa e simbolica, appare però isolata in un panorama che continua a mostrare un evidente squilibrio.
