PROTESTA SIT-IN

Protesta davanti al Tribunale di Lodi, padre e zio chiedono giustizia per Silvia Bianchini

La famiglia della giovane continua a portare avanti la sua battaglia con la speranza di ottenere giustizia

Protesta davanti al Tribunale di Lodi, padre e zio chiedono giustizia per Silvia Bianchini
Pubblicato:

Fabrizio e Pietro Bianchini in protesta davanti al Tribunale di Lodi per chiedere giustizia dopo la morte dell'allora giovane 16enne che morì in un incidente mentre si trovava a bordo di un aereo ultraleggero precipitato nell’Adda il 5 aprile 2010.

Protesta davanti al Tribunale di Lodi

Silvia Bianchini morì per un incidente aereo. L'ultraleggero su cui si trovava, partito dal campo di Cornegliano Laudense, finì nell'Adda dopo essersi schiantato contro dei cavi dell'alta tensione. Per lei quello fu il suo primo ed ultimo volo. Insieme a lei perse la vita anche il pilota 62enne, Giacomo Andena. 

Un tragedia che accompagna la famiglia Bianchini da ormai 15 anni, tormentata dalla perdita di una figlia e una nipote. Per questo i fratelli Bianchini, Fabrizio (padre della 16enne) e Pietro (zio di Silvia) hanno deciso di protestare davanti al Tribunale di Lodi per chiedere giustizia per la sua morte.

Il sit-in di protesta

La protesta sit-in svoltasi ieri mercoledì 23 aprile 2025, accompagnata da cartelli e frasi accusatorie rivolte ai giudici, è stata annunciata da Fabrizio Bianchini nella giornata di martedì tramite un messaggio da lui scritto in cui comunicava a conoscenti ed amici le sue intenzioni.

"Domani mattina antistante il tribunale di LODI, ci sarà un presidio o SIT-IN, che ci vedrà impegnati ,me e mio fratello ,in una forma di protesta pacifica, contro l'incapacità di taluni giudici a fare prevalere la ragione e il buon senso, in difesa delle persone oneste che come noi hanno subito ,oltre che alla perdita della mia unica e meravigliosa figlia, un danno esistenziale che continua da 15 anni a torturarci la vita.

Perché come dicevo, per la mancanza di capacità, o peggio, di volontà ,tali giudici, che non hanno applicato delle regole ben precise a tale riguardo e così facendo hanno si può dire autorizzato, la controparte a delinquere cerando in tutti i modi di sottrarsi da obblighi di legge economici, nei nostri confronti (miei e quelli della madre di mia figlia) nonché di tutte le nostre famiglie e fino ad oggi riuscendoci , tali giudici io li ritengo COLPEVOLI!!!! Domani la nostra protesta avrà come indirizzo questo grido verso tutti gli Uomini e le Donne che con molta ONESTÀ E SCRUPOLO, amministrano la legge e la giustizia."

Fabrizio e Pietro Bianchini davanti al Tribunale di Lodi - immagine estrapolata dal servizio di LodiNotizie
Fabrizio e Pietro Bianchini davanti al Tribunale di Lodi - immagine estrapolata dal servizio di LodiNotizie

Mancato risarcimento

Fabrizio e Pietro chiedono quindi un risarcimento,  mai ottenuto poiché, secondo loro, la donna romena ereditiera del patrimonio di Andena avrebbe trasferito l’intero patrimonio in Lussemburgo grazie anche alla scelta del magistrato di non bloccare i suoi conti.

Ciò che però preme e tormenta la famiglia non è solo il mancato risarcimento ma bensì una frase che il giudice avrebbe detto al padre di Silvia durante una delle tante udienze:

“Signor Bianchini, cosa vuole guadagnarci da questo fatto? Del resto, sua figlia ce l’ha messa lei a bordo del velivolo”.

Padre e zio sono quindi pronti a portare avanti la battaglia fino ad ottenere giustizia per la morte della giovane 16enne sperando di poter finalmente mettere la parola 'fine' ad un drammatico episodio costato la vita alla giovane Silvia Bianchini. 

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali