LODI

Un viaggio nell’arte e nell’inclusione, giovani con neurodivergenza protagonisti alla mostra "Le Donne di Casa Manzoni"

Un progetto innovativo che sviluppa competenze sociali e professionali, culmina in un'esperienza unica di ciceroni e collaboratori nella realizzazione di una mostra, presente anche la Ministra Locatelli

Un viaggio nell’arte e nell’inclusione, giovani con neurodivergenza protagonisti alla mostra "Le Donne di Casa Manzoni"
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Ciceroni speciali per un progetto che favorisce competenze sociali, occupazionali e lavorative. Ieri alla presenza della ministra Locatelli la presentazione di un’iniziativa che coinvolge ragazzi con neurodivergenza, diventati parte attiva della mostra “Le Donne di Casa Manzoni”.

Viaggio nell’arte e nell’inclusione

Ieri, sabato 18 gennaio 2025, in un’atmosfera di grande emozione, è stata presentata a Lodi un’iniziativa che segna un punto di svolta per l’inclusione sociale e lavorativa dei ragazzi con neurodivergenza. Alla presenza della ministra per le disabilità, Alessandra Locatelli, è stato dato il via al progetto Skills, un'iniziativa promossa dalla Fondazione Danelli e finanziata da Regione Lombardia, che mira a valorizzare le competenze e i talenti dei giovani con neurodivergenza, dando loro l’opportunità di essere protagonisti in un contesto artistico.

Trasformati in ciceroni

Il progetto ha visto la partecipazione attiva di un gruppo di ragazzi, che hanno contribuito alla realizzazione della mostra “Le Donne di Casa Manzoni”, ospitata dalla Fondazione Cosway. In un’attività che ha compreso diversi ruoli e competenze, alcuni ragazzi si sono trasformati in ciceroni, mentre altri hanno lavorato in ambito grafico, organizzativo e nel settore del rinfresco, mettendo a frutto le proprie capacità in ambiti spesso poco esplorati.

Francesco Chiodaroli, direttore della Fondazione Danelli, spiega che l’iniziativa nasce dall’esigenza di rispondere a bisogni ancora non adeguatamente soddisfatti. Con un approccio che fonde la psicoeducazione con la terapia occupazionale, è stata creata una metodologia di progetto adattato. I ragazzi, con un’età compresa tra i 16 e i 20 anni, sono stati coinvolti in un processo che li ha portati a scegliere, progettare e realizzare un’attività a loro più congeniale, come quella di diventare guide turistiche per una mostra d’arte.

La mostra Le Donne di Casa Manzoni è stata dunque il campo di sperimentazione per un’attività che ha permesso ai ragazzi di applicare le competenze acquisite, divisi nei vari ruoli. Sotto la guida della curatrice Monja Faraoni, hanno preparato la visita sotto il profilo storico e artistico, impegnandosi in prima persona per rendere l’esperienza accessibile e inclusiva.

Un viaggio nell’arte e nell’inclusione:

L’arte come strumento di comunicazione e socialità

Non solo competenze pratiche, ma anche un significativo impegno sociale. I ragazzi hanno lavorato per rendere la mostra accessibile a tutti, compreso il pubblico con difficoltà di comunicazione verbale. Un risultato tangibile di questa inclusione è l’introduzione del colophon in Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), una scelta che ha reso la mostra una delle prime in Italia a considerare in modo strutturato la comunicazione per le persone non verbali. Questo approccio fa parte di una visione più ampia, che mira a favorire l’autonomia sociale, occupazionale e comunicativa dei ragazzi con neurodivergenza.

Francesco Chiodaroli sottolinea l’importanza di questo progetto, che va oltre l’esperienza artistica:

"La straordinarietà di questo progetto consiste nel mettere insieme l’amore per l’arte e un progetto di solidale supporto di comunità che vuole favorire il raggiungimento di autonomie sociali e comunicative e occupazionali per giovani con neurodivergenza" ha sottolineato Chiodaroli.

Un percorso che sviluppa nuove prospettive

Sara Pagani, educatrice e coordinatrice del progetto, racconta con orgoglio l’esperienza vissuta dai ragazzi, sottolineando come l’arte sia diventata un canale privilegiato per sviluppare nuove prospettive. La loro interpretazione dell’arte ha dimostrato come la neurodivergenza possa arricchire il modo di osservare il mondo, portando a una comprensione più profonda e personale dell’opera.

L’arte, infatti, è stata anche un mezzo per creare legami tra i ragazzi, che hanno trovato nelle attività collettive l’occasione per condividere un’esperienza di amicizia e collaborazione, elementi che emergono chiaramente dal sottotitolo della mostra “Percorsi d’arte, amicizia e letteratura tra Parigi, Milano e Lodi”. Un percorso che ha coinvolto anche la ministra Locatelli, che è tornata a Lodi per apprezzare il successo del progetto e il suo impatto sui giovani coinvolti.

Un esempio di innovazione sociale e culturale

Il progetto non solo ha permesso ai ragazzi di sviluppare competenze pratiche, ma ha anche offerto loro un’importante opportunità di visibilità e inclusione sociale, rafforzando il concetto di comunità come un luogo di solidarietà e supporto. Grazie a questa esperienza, i ragazzi hanno potuto confrontarsi con il mondo dell’arte, ma anche con il mondo del lavoro, mettendo in pratica competenze fondamentali per il loro futuro. Un esempio concreto di come la cultura possa diventare un ponte per l’inclusione e lo sviluppo delle potenzialità di ogni individuo.

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