Provincia di Lodi

Peste suina africana, tre nuovi focolai nel lodigiano: Borghetto, Marudo e Sant'Angelo

Aumenta la preoccupazione degli allevatori, imposte zone di sorveglianza per contenere la diffusione

Peste suina africana, tre nuovi focolai nel lodigiano: Borghetto, Marudo e Sant'Angelo
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Anche nel territorio lodigiano arrivano i primi contagi da peste suina, sono attualmente tre i focolai presenti nella provincia di Lodi e si trovano in ben tre comuni differenti: Borghetto Lodigiano, Marudo e Sant'Angelo Lodigiano. 

Tre focolai nel lodigiano

Dopo i numerosi casi accertati nel pavese, provincia in cui si concentrano maggiormente i focolai, sono spuntati i primi capi positivi anche nel nostro territorio. Sono attualmente 16 i focolai registrati nella Regione Lombardia, 11 dei quali si trovano concentrati nella provincia di Pavia.

Ad oggi però, seppur si pensava che i suini lodigiani fossero lontani da questa realtà, gli allevatori devono fare i conti con la diffusione della peste suina e con le ordinanze di restrizione imposte per mantenere il numero dei contagi.

Numero dei suini negli allevamenti

La conferma è arrivata nella serata di martedì, grazie ai campioni esaminati dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale, il quale conferma la presenza del virus anche nel lodigiano. Bisognerà attenere la verifica dell'Ats Metropolitana, nonostante ciò gli allevamenti si trovano già in zona di sorveglianza dall'inizio di agosto.

I capi non potranno uscire ed entrare negli allevamenti. Attualmente a Borghetto Lodigiano vi sono 3mila capi, seguiti dai 1500 di Marudo ed i 700 di Sant'Angelo Lodigiano. La preoccupazione degli allevatori è elevata, nonostante i soldi stanziati dalla Regione Lombardia.

Peste suina in Lombardia

Il virus circola nella nostra regione orami da un anno, proprio come lo ricorda Marta Sempio, presidente Confagricoltura Pavia. Dai 230mila capi che il territorio vantava, oggi ne sono rimasti 100mila. La preoccupazione sale non solo per gli allevatori degli allevamenti colpiti dal contagio, ma anche per tutti i restanti che denunciano dinamiche speculative come ad esempio il deprezzamento fino al 50 per cento.

Nonostante i soldi stanziati, i rimborsi sono bloccati al 30 novembre 2023, per questo motivo è necessario agire prontamente.

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