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A Nobìlita, il Festival della cultura del lavoro, si usano parole nuove

Intervista a Osvaldo Danzi sull’evento che si svolgerà il 28 e 29 maggio a Milano

A Nobìlita, il Festival della cultura del lavoro, si usano parole nuove
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Il lavoro permette alle persone di realizzarsi e di assumere dignità nel contesto in cui operano, vivono, si relazionano con gli altri; è un tema culturale e non solo economico. Di questo si parla a Nobìlita, il Festival della cultura del lavoro, che arriva a Milano, per la settima edizione, dopo Bologna, Ivrea, Bari, Imola e Roma. Un evento in due tappe, il 28 e 29 maggio e poi il 25 settembre. Il nostro gruppo editoriale Netweek è partner dell’evento.

Nobìlita, il Festival della cultura del lavoro

Osvaldo Danzi è fra gli ideatori di Nobìlita ed editore di SenzaFiltro, giornale specializzato sui temi del lavoro. Seleziona personale per le aziende dal 1997 e dal 2008 è il fondatore della business community FiordiRisorse nominata da Linkedin come caso di successo italiano a cui aderiscono 8000 professionisti, manager e imprenditori.

Danzi, come nasce l’idea di questo festival?

"Abbiamo voluto riempire un vuoto che riguarda il tema del lavoro che sui giornali viene trattato solo dal punto di vista economico, statistico e troppo spesso politico, ma mai nella sua accezione culturale. Il lavoro appartiene a tutti ed impatta su ogni contesto e dunque è giusto che abbia un osservatorio ampio in cui chiunque lavori possa venire ad ascoltare e informarsi in modo semplice, ma attuale".

Esiste un profondo problema nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro?

"Per anni abbiamo incolpato il reddito di cittadinanza della carenza di lavoratori; adesso che il reddito non c’è più non mi sembra che la situazione sia variata. Ci concentriamo troppo sugli effetti e mai sulle cause che appartengono ad una storia pregressa di comportamenti sbagliati e decisioni prese senza affrontare i fenomeni accorsi fra la crisi del 2008 e la pandemia. Adesso si demonizza lo smart working solo perché dobbiamo riempire di nuovo grandi uffici rimasti vuoti. Ma il problema esisteva anche prima, quando per il lavoro si sopportava tutto. Il Covid ha creato un’abitudine nuova in cui le Persone mettono al primo posto la salute e il benessere e troppi lavori ancora oggi vengono svolti in ambienti poco evoluti o non hanno un riconoscimento economico in linea con i costi della vita".

Osvaldo Danzi

Associazioni di categoria e sindacati che parte hanno in tutto questo?

"Le associazioni di categoria sono le interpreti principali di questa crisi. Ci sono più di 22 contratti collettivi fra quelli più utilizzati che non solo non sono aggiornati da anni, ma che prevedono salari al di sotto dei 7 euro l’ora. Se non modernizziamo il lavoro, gli approcci e le retribuzioni, rimarremo sempre ultimi in Europa per salari e produttività. I sindacati hanno perso attrattività verso i giovani e dovrebbero far capire alle imprese che è necessario rinnovare il proprio approccio se vogliono garantire una continuità generazionale e non vedere fuggire le competenze all’estero".

Il lavoro nobilita l’uomo? Lei parla di “umane risorse” e non risorse umane...

"C’è da chiedersi se davvero il lavoro nobilita l’uomo. Mi occupo da 30 anni di selezione del personale per le aziende. Il Festival e il giornale SenzaFiltro sono il risultato della mia passione per le relazioni e il confronto, per l’informazione corretta e per la voglia di essere motore culturale di questo cambiamento necessario che deve ripartire da azioni concrete e dal linguaggio. Non basta parlare di 'inclusione' e 'sostenibilità' se l’unico valore che ci guida è il profitto. Cominciamo a guardare quel ragazzo che fa lo stage come se fosse un figlio, o quel 50enne che licenziamo o che scartiamo da una selezione come se fosse nostro padre".

Quindi cosa proporrete in questa edizione di Nobìlita?

"Abbiamo scelto Milano perché la capitale del lavoro sta subendo una profonda crisi. Ci sono migliaia di manager senza lavoro che non riescono a ricollocarsi, si alimentano settori poco sostenibili come il food delivery e il costo della vita non permette a chi percepisce uno stipendio medio di vivere in città. Forse la città ha esaurito la sua narrazione di 'capitale del lavoro'? Vogliamo aprire un dibattito con le istituzioni a cui partecipino, per una volta, anche i cittadini. Nella prima giornata ragioneremo su sette parole (Crescita, Partecipazione, Linguaggio, Persone e Potere, Femminile, Intelligenza e Distrazione) che disegnano il lavoro, con imprese e autori di libri. Nella seconda giornata avremo dibattiti, interviste e monologhi, e per finire, lo spettacolo teatrale di Domenico Iannacone da titolo 'Che ci faccio qui'".

Per maggiori informazioni e il programma completo: www.nobilitafestival.com.

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