Difendersi da truffe e raggiri online: ecco il vademecum della Questura di Lodi
"Il web diventato terreno fertile per la commissione di reati: ecco come evitare di cadere in trappola"
Come difendersi da truffe e raggiri, soprattutto online. Proprio in questi termini la Questura di Lodi sta diffondendo un vademecum evidenziando le più diffuse tipologie di truffe informatiche, vuole fornire al pubblico maggiore consapevolezza dei rischi, esercitando con efficacia lo strumento della prevenzione.
La rete terreno fertile per i reati
Da tempo, la rete è diventata terreno fertile per la commissione di reati, data la possibilità di interagire in anonimato con una estesa platea di soggetti.
Oggi le truffe online rappresentano la larga maggioranza dei reati denunciati alle forze dell’ordine su scala nazionale.
La dimensione di tale fenomeno, talvolta, si manifesta solo in maniera parziale, poiché alcune persone non denunciano la truffa subita, provando un profondo senso di vergogna, mentre da altra parte del pubblico si registra un atteggiamento di disinteresse, ingenerato dalla erronea convinzione di poter agevolmente riconoscere le condotte fraudolente in questione.
Quali sono le truffe più comuni
Ecco quindi quali sono le truffe online che vengono più comunemente messe in pratica.
Truffa al bancomat. La vittima, dopo aver messo in vendita un oggetto sul web, riceve un messaggio da parte di un utente apparentemente interessato all’acquisto. Dopo una breve conversazione telefonica lo stesso chiede alla vittima di poter effettuare il pagamento attraverso un nuovo procedimento.
Il truffatore richiede alla vittima di recarsi ad un bancomat, e di seguire le sue istruzioni telefoniche al fine di perfezionare la transazione. Solo al termine delle operazioni allo sportello la vittima si rende conto di non aver ricevuto denaro dal presunto acquirente, ma di aver effettuato anzi dei pagamenti irrevocabili in favore dello stesso. Questa condotta, apparentemente semplice, trae in inganno una vastissima serie di soggetti, che a volte lamentano danni anche di migliaia di euro.
La telefonata o il messaggio della finta banca
La vittima viene contattata a nome della propria banca di riferimento, che rappresenta alla vittima la necessità di inserire le proprie credenziali bancarie (Codice utente e PIN) in APP o in siti internet apparentemente riferiti all’istituto, sottraendo di fatto le credenziali alla vittima.
La cosa più grave di questa tipologia di truffa è che a volte i numeri di telefono dai quali la vittima riceve il contatto, sono effettivamente riferiti all’istituto di credito in questione. Tale fenomeno, c.d. “spoofing” permette infatti di rappresentare una identità di contatto (es. indirizzo e-mail o numero di telefono) diverso da quello effettivamente in uso.
Anche in questo caso lo strumento più efficace è la prevenzione, ricordando che nessun istituto bancario chiederà mai di inserire le proprie credenziali in app non ufficialmente riconosciute dall’istituto. Se avete dubbi, effettuate prima un passaggio o una telefonata presso la vostra filiale di fiducia.
Truffa sulle compravendite online
Il truffatore mette in vendita dei beni dei quali non effettua alcuna spedizione. La vendita può avvenire in portali generici (marketplace facebook, subito.it) o su siti dedicati.
È frequente la creazione di siti web “civetta” che riportano effigi o stili grafici similari a catene di vendita riconosciute o riferiti a negozi apparentemente professionali.
E' sempre consigliabile riferirsi a portali di vendita ufficiali (ebay, amazon, webstore dei produttori) o in alternativa di pagare mediante transazioni assicurate (ad es. paypal), dopo aver controllato i feedback dei venditori o l’anzianità del profilo utente degli stessi.