Denuncia Sappe

Durante un colloquio porta hashish al figlio detenuto in carcere

Madre fermata e denunciata dalla Polizia Penitenziaria

Durante un colloquio porta hashish al figlio detenuto in carcere
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Madre porta hashish a colloquio al figlio detenuto in carcere a Lodi: fermata e denunciata dalla Polizia Penitenziaria.

Porta hashish al figlio detenuto in carcere

Ha portato della droga al figlio detenuto nel carcere di Lodi, ma l’attenzione, lo scrupolo e l’acume investigativo del personale di Polizia Penitenziaria ha scoperto l’illecito e la donna è stata fermata.

A dare la notizia è il Segretario Regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria SAPPE, Alfonso Greco“È di ieri (14 gennaio 23 ndr) la notizia del tentativo di introduzione di droga presso la Casa circondariale di Lodi. Durante il colloquio di un detenuto con la madre, la donna ha cercato di cedere della droga di tipo hashish al proprio figlio ma l’attenta vigilanza del personale di Polizia Penitenziaria ha tempestivamente impedito la cessione di droga.

La donna, fermata, è stata denunciata. Plauso del SAPPE al personale di Polizia Penitenziaria di Lodi con l’auspicio che in regione Lombardia vengano incrementati momenti di formazione sul tema del contrasto e l introduzione di stupefacenti e cellulari all’interno degli istituti penitenziari”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, plaude “alla professionalità, alla abnegazione ed all’astuzia del personale operante. Ogni giorno la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda l’illecita introduzione ed il possesso di telefoni cellulari nonché lo spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti, di sostanze stupefacenti.

Auspico che l’Amministrazione penitenziaria promuova ed intensifichi momenti di formazione ed aggiornamento professionale per il personale di Polizia Penitenziaria di tutta la Regione, in particolare sui temi – come quelli del contrasto all’introduzione di droga e telefonini cellulari in carcere – maggiormente utili alla quotidianità operativa dei Baschi Azzurri.”

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