Prevenire i reati: accordo tra Questura e associazione per il protocollo Zeus
"Intercettare i comportamenti prima che sfocino in estrema violenza"
Nasce il percorso finalizzato alla prevenzione dei reati da parte dei soggetti che hanno ricevuto un ammonimento del questore.
Trattamento per la gestione delle emozioni
Mercoledì 5 ottobre 2022 il questore di Lodi Nicolino Pepe ed il professor Paolo Giulini, criminologo clinico, professore incaricato presso 1’ Università Cattolica di Milano e presidente della cooperativa sociale Cipm “Centro Italiano per la Promozione della Mediazione”, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa denominato Protocollo “Zeus” finalizzato a sottoporre la persona colpita da ammonimento del questore, autrice quindi di atti persecutori, di violenza domestica ai danni di un familiare o di cyber-bullismo (minorenne), ad un trattamento volto al miglioramento della gestione de1le proprie emozioni.
L’ attività degli psicologi a seguito della firma del protocollo d’intesa, verrà svolta a Lodi in locali siti nella centrale via Volturno, di proprietà del Comune di Lodi e messi a disposizione del Cipm dall’assessorato alle pari opportunità del capoluogo laudense.
"Anticipare i comportamenti violenti"
“Siamo convinti - osserva il questore - che i comportamenti violenti non esplodano all’improvviso, ma sono preceduti da malfunzionamenti relazionali caratterizzati da dinamiche in progressione, tant’è che, come noto, gli atti di violenza estrema, nella maggior parte dei casi, sono anticipati da atti persecutori o episodi di maltrattamenti maturati in un contesto di isolamento di vittima e autore".
"Anticipare la soglia di protezione - prosegue il questore - intercettando i comportamenti che integrano i cosiddetti reati 'sentinella' e impedire che vengano portati ad ulteriori conseguenze, riducendo il rischio di recidiva, è il fine di questa strategia condivisa".
"Evitiamo reiterazione dei reati"
Il dottor Giulini, osserva che “il nostro intervento arricchisce la notifica del provvedimento di ammonimento perché secondo gli intenti del protocollo d’intesa, favoriamo la consapevolezza da parte del soggetto colpito da ammonimento del disvalore sociale, della lesività delle condotte violente e prevaricatorie cercando di prevenirne la reiterazione. Il soggetto ammonito a noi inviato trova la possibilità di una riflessione, una dimensione di ascolto, di ricostruzione delle vicende sul piano cognitivo ed emotivo che hanno portato la persona a determinati comportamenti. Non si tratta di terapia ma di un inter vento trattamentale per ridurre il rischio di escalation di condotte”.