Vaiolo Scimmie: 269 casi in Lombardia. In settimana arriva il vaccino
Esclusa, al momento, una vaccinazione di massa.
Sono 269 i casi di vaiolo delle scimmie rilevati in Lombardia, di cui 168 segnalati dall'Ats Milano, che comprende anche il territorio di Lodi.
Vaiolo delle scimmie: 269 casi in Lombardia
In totale, alla data del 5 agosto 2022, sono 269 i casi di Vaiolo delle Scimmie registrati in Lombardia. A renderlo noto e la Regione, che aggiunge, che il 74% dei casi (198) sono stati segnalati dall'Ats Milano. I contagiati sono quasi tutti uomini (266), soprattutto fra i 30 e i 39 anni (48%).
Gli altri casi sono stati segnalati da Ats Brescia (5), Ats Brianza (15), Ats Insubria (18), Ats Pavia (8), Ats Val Padana (6) e Ats Bergamo (14). Le fasce più colpite, dopo quella 30-39 anni, sono la fascia 40-49 anni (28%), quella 20-29 anni (13%) e quella 50-59 anni (9%).
Il sintomo più comune dell'infezione sono le eruzioni cutanee – presenti in 249 contagiati accertati – mentre l'ingrossamento dei linfonodi interessa 121 casi. La febbre è presente in 148 soggetti. In generale, si associano anche mal di testa, brividi, astenia e dolori muscolari. I malati devono restare in isolamento in casa, ma intanto si pensa a vaccinare i soggetti più fragili o predisposti.
Costituita l'unità di coordinamento
La Direzione generale Welfare di Regione Lombardia ha, infatti, costituito nei giorni scorsi una Unità di coordinamento per la gestione e attività di controllo dell'epidemia da 'Vaiolo delle scimmie'. Il gruppo di lavoro è stato fortemente voluto dalla vicepresidente e assessore al Welfare, rispetto a una situazione epidemiologica non grave ed emergenziale, ma che merita attenzione per la crescita costante nei numeri dei contagi sul territorio. L'Unità di coordinamento monitorerà l'andamento dell'epidemia, coordinerà la rete lombarda dei centri delle infezioni sessualmente trasmissibili e predisporrà indicazioni operative per prevenire le infezioni da 'Vaiolo delle scimmie'.
L'attività di coordinamento è affidata alla Direzione generale Welfare che partecipa con i dirigenti Danilo Cereda, Marco Farioli, Giovanni Menarolla e Catia Borriello, tutti componenti dell'Unità di Prevenzione e Veterinaria. Fanno parte dell'Unità anche i direttori responsabili dei Centri di malattie infettive: Fabio Baldanti (Unità operativa complessa Microbiologia e Virologia della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo); Antonella Castagna (Unità malattie infettive dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano e direttore della Scuola di specializzazione in Malattie infettive e Tropicali all'Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano); Andrea Gori (Unità operativa complessa alla Fondazione Irccs Ca' Granda ospedale Maggiore-Policlinico e professore ordinario di Malattie infettive all'Università degli Studi di Milano); Giuliano Rizzardini (Responsabile delle Malattie infettive all'Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano). Fanno parte dell'Unità di coordinamento anche tre rappresentanti del modo delle associazioni: Daniele Calzavara di Milano Check Point, Lella Cosmaro della sezione milanese di Lila (Lega Italiana per la Lotta contro l'AIDS) e tavoli Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie su Monkeypox Mpx) e Massimo Cernuschi di Asa (Associazione solidarietà Aids) Milano e membro Comitato Tecnico Scientifico.
In settimana arriva il vaccino contro il Vaiolo delle scimmie
Il Ministero della Salute, nei giorni scorsi, ha dato inoltre l'ok alla somministrazione del siero contro il Vaiolo delle Scimmie. Dai prossimi giorni in Lombardia sarà disponibile, presso la rete lombarda dei Centri per la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse, la prima fornitura di vaccini, a disposizione delle persone a rischio contagio.
In ogni caso, per ora, è esclusa una vaccinazione di massa: la malattia tende, infatti, a risolversi spontaneamente entro pochi giorni e soltanto in casi eccezionali è richiesta l'ospedalizzazione.
Ma chi deve fare il vaccino?
Attraverso due circolari, comunque, il Ministero ha stabilito la platea dei destinatari del vaccino. Le prime categorie alto rischio a cui verrà offerta inizialmente la vaccinazione, come profilassi pre-esposizione, sono individuate tra personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus, persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM) e che rientrano in alcuni criteri di rischio relativamente alla frequenza e alla modalità dei rapporti sessuali.
"Si ritiene importante il coinvolgimento delle associazioni LGBTQIA+ e quelle per la lotta all’HIV, in particolare per favorire una corretta informazione sulla campagna vaccinale", precisa il documento che al momento esclude la possibilità di una vaccinazione di massa.
Su questo fattore, poi, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha fatto un'importante precisazione:
"L'infezione da monkeypox non è collegata all'orientamento sessuale - ha dichiarato all'Ansa- ma la sua trasmissione richiede un contatto fisico importante quale è appunto il contatto sessuale. L'infezione è partita dalla comunità gay maschile, ma non dobbiamo commettere l'errore, fatto negli anni Ottanta ai tempi dell'AIDS, di credere che la malattia riguardi solo quella comunità".
Con una seconda circolare il Ministero ha poi stabilito la ripartizione delle prime quote di vaccino alle Regioni che hanno avuto i numero più alto di casi:
- Lombardia 2000
- Lazio 1200
- Emilia-Romagna 600
- Veneto 400
QUI LA CIRCOLARE DEL MINISTERO
Dopo questa prima tranche ne arriveranno altre, per un totale di 16.000 circa. Allo Spallanzani di Roma le inoculazioni inizieranno già lunedì 8 agosto 2022.