Bertolaso annuncia la terza ondata in Lombardia
Dopo l’invio del dossier al Comitato Tecnico Scientifico e le valutazioni condivise tra il ministro Speranza e il governatore lombardo Fontana è arrivata l’attesa “stretta”.
Decise nuove limitazioni per arginare l’aumento dei contagi da Coronavirus. Dopo l’invio del dossier al Comitato Tecnico Scientifico e le valutazioni condivise tra il ministro Speranza e il governatore lombardo Fontana è arrivata l’attesa “stretta”. Confermata l’ipotesi di zona arancione rafforzata per Bergamo, Brescia e Cremona che era stata anticipata dallo stesso governatore mentre Mede resta in zona rossa per altri sette giorni.
Bertolaso annuncia la terza ondata in Lombardia
Ad annunciare le misure attorno alle 12.30 di oggi, martedì 23 febbraio in una diretta sui canali istituzionali, è stata l’assessore al welfare Letizia Moratti:
“Abbiamo convocato i nostri tecnici e deciso una strategia di mitigazione e contenimento della pandemia. Oggi il presidente emanerà un’ordinanza che coinvolge l’intera provincia di Brescia e i comuni di Viadanica, Predore San Martino, Sarnico, Villongo, Credaro, Castelli Calepio, Gandosso e Soncino istituendo una zona arancione rafforzata. La zona arancione rafforzata prevede, oltre alle classiche limitazioni da zona arancione, anche la chiusura delle scuole elementari, asili e nidi; il divieto di spostamento nelle seconde case; l’utilizzo mascherine chirurgiche sui mezzi di trasporto e la chiusura delle attività universitarie in presenza”.
Mede zona rossa
Mede nel frattempo resta in zona rossa e lo sarà fino al 3 marzo. Le restrizioni dunque “vengono prorogate di 7 giorni e anche lì, come nelle zone arancioni “rinforzate” individuate oggi, ci sarà una vaccinazione prioritaria”. Lo ha annunciato la vicepresidente e assessora al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, a margine del Consiglio regionale.
Bergamo, Brescia e Crema in zona arancione “rafforzata”
Nella zona arancione “rafforzata” saranno chiuse anche le scuole elementari, dell’infanzia e dei nidi. Altre regole, il divieto di recarsi presso le seconde case, l’utilizzo dello smart working obbligatorio nei casi in cui è possibile. Obbligo inoltre di indossare mascherine chirurgiche sui mezzi pubblici e la chiusura delle attività universitarie in presenza.
Verrà inoltre effettuata una rimodulazione del programma di vaccinazioni mantenendo quelle per gli ‘over 80’ e per le categorie inserite nella ‘Fase 1 bis’. Un uso quindi della strategia vaccinale come strumento di contenimento della diffusione concentrandosi sui comuni più critici.
Le parole del vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti
“La decisione è stata presa dopo aver consultato la nostra Commissione dati, composta dai rappresentanti del mondo scientifico e in accordo con il Ministero. Inoltre abbiamo deciso una rimodulazione della strategia vaccinale come strumento prioritario del contenimento del contagio in modo da prevedere o la somministrazione di una sola dose o il posticipo di sei mesi per la sua somministrazione.
Un’eventuale risposta positiva ci permetterebbe di avere maggiore disponibilità del vaccino che ad oggi è misura scarsa. Regione Lombardia sta attuando un’attenta sorveglianza sanitaria per intervenire in modo circoscritto e preventivo sulle aree che oggi appaiono critiche, anche a causa delle varianti che si stanno diffondendo con rapidità.
La strategia viene messa in campo al fine di consentire, allo stesso tempo, a quelle aree non interessate da un’accelerazione del contagio, di proseguire le normali attività. Verranno infine concentrate nei limiti del possibile e delle linee guida del Ministero le attività di vaccinazione in particolare partendo dai Comuni al confine tra la provincia di Brescia e Bergamo con presenza importante di focolaio di contagio legato alle varianti e alla situazione di tensione legata alla saturazione delle terapie intensive locali”.
“La terza ondata”
“A Brescia esiste una terza ondata. Dobbiamo intervenire immediatamente. La provincia di Brescia ha un’incidenza, ovvero un numero di nuovi casi, doppia rispetto al resto delle province lombarde. Allo stato attuale, la situazione è sotto controllo e gestibile – rispetto all’anno scorso – in tutto il territorio regionale, tranne in provincia di Brescia, dove siamo di fronte alla terza ondata della pandemia. Questo è il punto che va aggredito immediatamente.
Il problema principale, soprattutto in questa provincia, è legato alla circolazione della variante inglese e che ha fatto aumentare di parecchio i ricoveri in ospedale e soprattutto nei reparti di rianimazione. E’ stato elevato il livello di attenzione da 3 a 4, perché le terapie intensive sono già sotto stress e per questo Areu sta già trasferendo pazienti nelle aree limitrofe. Passeremo da una logica di ‘riduzione del danno’ a quella di ‘sanità pubblica’. Non possono bastare soltanto i provvedimenti sulla circolazione, bisogna utilizzare tutte le armi a disposizione.
E l’arma più efficace è il vaccino. Inizieremo dunque a vaccinare nei territori maggiormente colpiti con l’obiettivo di diminuire fortemente i casi e conseguentemente il livello di ospedalizzazione. Partiremo giovedì dalla provincia di Bergamo, dai territori di confine con la provincia di Brescia per poi spostarci nelle altre aree del bresciano. Ed allungheremo i tempi tra la prima e la seconda vaccinazione”. Sulle vaccinazioni agli over 80, Bertolaso ha evidenziato che “non si ridurrà nemmeno di una unità la somministrazione dei vaccini”.