Alla Fiera del Gelato di Rimini lo stand di Codogno e quello di Whuan erano vicini
Della coincidenza si è occupata anche Selvaggia Lucarelli che ha contattato l'azienda di Codogno, che avrebbe confermato d'aver presenziato con almeno una decina di persone.
Il Basso Lodigiano è stato il primo focolaio d'Italia dell'epidemia di Covid-19. Codogno, nella fattispecie, dove è stato ricoverato il primo caso accertato, è finita sotto la lente d'ingrandimento nel tentativo di capire come possa essersi mosso il coronavirus. Fra le varie ipotesi è stata avanzata anche quella che legherebbe il drammatico deragliamento del Frecciarossa, proprio in quella zona, pochi giorni prima che i casi "scoppiassero", alla diffusione dell'epidemia. Nelle ultime ore è spuntata una nuova fantasiosa ipotesi.
La fiera del gelato Sigep
Dal 18 fino al 22 gennaio 2020 (ovvero un giorno pirma che Wuhan fosse ufficialmente blindata) a Rimini si è svolta la fiera del gelato Sigep. Un evento di rilevanza internazionale con 200mila presenze, 33mila buyer esteri e 1250 espositori provenienti da 30 paesi. E fra questi stand stranieri c'era Wuhan Huiyou Wood Products Co., Ltd, un’azienda di Whuan, megalopoli cinese focolaio del nuovo coronavirus, che produce oggetti biodegradabili come cucchiaini e vassoi. Nello stesso padiglione ce n'erano anche uno di Crema e uno di Codogno, ma anche altre di Verona, Torino, Varese, Milano, Schio, Legnano e San Marino). In un altro padiglione, anche molte altre aziende, in particolare diverse da Treviso.
Le altre "zone focolaio" in Italia
Della coincidenza se ne è occupata anche Selvaggia Lucarelli su TPI, che ha tra l'altro spiegato d'aver contattato l'azienda di Codogno, che avrebbe confermato d'aver presenziato con almeno una decina di persone:
"Ora, è vero che potrebbe essere una coincidenza, ma in effetti nello stesso padiglione in cui c’è l’azienda di Wuhan ci sono anche aziende di Crema e Codogno con bizzarre vicinanze anche con aziende di San Marino e Treviso, due zone molto colpite dal Coronavirus. C’è anche da aggiungere che Rimini stessa ha registrato vari contagi già da febbraio."
Ma i codognesi non si sono neppure ammalati
I titolari dell’azienda di Codogno spiegano però di non essersi ammalati. Precisando anche di poter essere asintomatici.
"Insomma, impossibile stabilire se questo sia il luogo in cui tutto è iniziato a Codogno, ma è innegabile che per un’eventuale indagine epidemiologica i tempi tornano e potrebbe essere una pista interessante."
Conclude la Lucarelli.