La riorganizzazione della scuola: dalla Decameron Challenge, alle uscite didattiche virtuali, alle video lezioni
Le idee per una didattica alternativa proposte agli studenti dalla professoressa Tagliaferri.
Ai tempi del Coronavirus serve mettersi al riparo e proporre stimoli nuovi agli studenti in isolamento: ecco quelli ideati dalla professoressa Laura Tagliaferri.
L'innovazione della professoressa Laura Tagliaferri
In questi tempi così difficili per la scuola - e non solo - dove insegnanti e alunni si vedono solo tramite uno schermo, è ancora più difficoltoso riuscire ad attirare l'attenzione dei giovani scolari. Servono fantasia, innovazione e passione per riuscire a non far perdere i ragazzi in questo tempo di oblio e isolamento. Sicuramente a riuscirci è stata Laura Tagliaferri, insegnante di storia, italiano e geografia alla scuola media Spezzaferri nonché grande attivitsta politica a livello comunale. Nelle ultime settimane ha cercato vari modi per coinvolgere i sui ragazzi, a partire dalla sfida della Decameron Challenge lanciata ad inizio isolamento, passando per le uscite didattiche virtuali e approdando alle attuali videolezioni. Siamo riusciti ad intervistarla, facendoci spiegare come la scuola lodigiana sta cercando di riorganizzando all'epoca del Coronavirus.
Da dove è venuta l'idea della Decameron Challenge?
"L'idea della Decameron Challenge, di raccontarci le storie per affrontare questo momento, è nata subito dopo le vacanze di Carnevale, e ho provato a lanciarla in maniera molto libera sul gruppo WhatsApp della classe. Visto che c'era da passare questo tempo sospeso immobilizzati da un'epidemia, come nel Decamerone, ho proposto agli studenti di provare a raccontarsi giorno per giorno, scoprendo qualcosa di perso: il gusto di raccontare storie.
Ogni giorno ho lanciato un tema e i ragazzi raccontavano una storia attraverso degli audio. Era un esercizio facoltativo, ma alla fine quasi tutti hanno partecipato. I più timidi raccontavano la propria storia per iscritto, ma tutti hanno messo molta fantasia e soprattutto erano incuriositi dai racconti degli altri. Tutta la prima settimana di isolamento siamo stati impegnati così. Per i ragazzi raccontare storie era una cosa nuova che li ha molto incuriositi: a prescindere dal conoscere l'opera di Boccaccio da cui l'idea è stata tratta hanno riscoperto il gusto del racconto e dell'immaginare."
L'idea delle uscite didattiche virtuali
"Dopo il primo periodo, come sapete, l'isolamento è stato prolungato e abbiamo dovuto inventare altre cose per tenere occupati i ragazzi. Nel frattempo anche come scuola ci siamo organizzati e sono partite altre attività. Ad esempio, finché era possibile uscire per i ragazzi di prima media ho provato a fare uscite didattiche virtuali, una alla "cappella dei Morti dell’Arabia, un ossario nella nostra campagna in cui sono custodite le ossa dei lodigiani che ci han lasciato le penne nelle varie pestilenze che hanno colpito la nostra città nei secoli (giusto per metterci una nota allegra)".
La riorganizzazione della scuola ai tempi del Coronavirus
Il rischio ora che siamo lontani gli uni dagli altri e che i ragazzi non vivono più i "riti della scuola" (fatti dalle voci dei compagni, scanditi dalle ore scolastiche e dall'interazione con i professori) è quello di perdersi. Laura ci spiega la riorganizzazione della scuola partita dalla scorsa settimana, dopo l'emanazione del decreto governativo che decretava "zona rossa" tutta Italia.
"Con i ragazzi di terza siamo partiti con le video lezioni, la prima volta è stata un'emozione per tutti, erano tutti molto contenti di rivedersi e ovviamente tutti in pigiama. Pian piano introdurremo le video lezioni anche per le prime e le seconde. Si possono dare compiti scritti ma educare non è solo questo, è necessario l'elemento della relazione. L'idea della Decameron Challenge nasceva da quello, dall'esigenza di conservare parte della quotidianità.
Rispetto alle solite sei ore di scuola quotidiane ora riusciamo a farne qualcuna sporadica, a partire da questa settimana dovranno essere più regolare anche se fare più di 2 o 3 ore è difficile a distanza, però almeno è quel tanto che basta per inquadrare gli argomenti e il tema che si vuole trattare. Dal canto loro i ragazzi stanno imparando ad organizzarsi da soli, anche questa è una piccola sfida.
Naturalmente questo non va a sostituire l'importanza di frequentare la scuola: quando c'è il contatto diretto il compito più noioso essendo assieme risulta più sopportabile. A distanza invece è più difficile e la scuola è più brutta, per questo cerchiamo di "vederci" di persona in video, così da avere un elemento di motivazione, la relazione è motivante e quando manca diventa pesante per i ragazzi."
Quello che serve oggi è tirare fuori la fantasia
In un post pubblicato da Laura i giorni scorsi, in cui si vede lei sorridente con in mano il suo "coronavirus fatto in casa" - un Coronavirus di arancia e chiodi di garofano utilizzato durante una video lezione - la professoressa lodigiana scrive, lasciando un messaggio di orgoglio e positività a tutti:
"La fantasia non è come il talento a pallavolo, che o ce l’hai o non ce l’hai (io zero, schiappa totale, non c’è verso). La fantasia ce l’abbiamo tutti, bisogna solo trovarsi nelle condizioni di usarla. E il nostro territorio umido e nebbioso, in questi giorni, ne sta tirando fuori davvero tanta."
Giordana Liliana Monti
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