Un minorenne su due ha provato il gioco d’azzardo
Più della metà dei giovani coinvolti nell'indagine ha riferito di conoscere luoghi in cui è possibile giocare anche sotto i 18 anni.
Un minorenne su due ha provato il gioco d’azzardo. Il dato emerge da uno studio lombardo. Più della metà dei giovani coinvolti ha riferito di conoscere luoghi in cui è possibile giocare anche sotto i 18 anni.
Un minorenne su due ha provato il gioco d’azzardo
Da uno studio condotto dell’Istituto Superiore della Sanità emerge che, nonostante i divieti, un diciassettenne lombardo su due rivela di aver giocato d’azzardo.
Il dato, preoccupante, è emerso ieri nel corso della presentazione del rapporto annuale sulla ludopatia organizzato presso la Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano. All’incontro hanno partecipato Stefano Bolognini, assessore regionale elle Politiche sociali, abitative e Disabilità e anche l’ex ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, oggi dirigente dell’ufficio scolastico territoriale di Milano.
“Ogni anno, nella nostra regione nelle sole slot machines vanno 14,645 miliardi di euro. La Lombardia è impegnata con 10,5 milioni di euro di spesa e un ampio spettro di azioni per contrastare la Ludopatia che è una delle piaghe del nostro tempo”. Ha esordito così l’assessore Stefano Bolognini, che ha presentato anche il progetto “A che gioco giochiamo“. Una iniziativa che punta a coinvolgere e sensibilizzare i ragazzi per evitare che caschino nella dipendenza prima da videogames, poi da gioco d’azzardo. “Li vogliamo motivare, vogliamo che stiano insieme in serenità, facciano gruppo. Devono sentirsi parte di una squadra, insieme alle istituzioni e non devono farsi isolare dal gioco”.
Fenomeno in aumento
Nel corso dell’evento sono stati inquadrati alcuni degli aspetti del fenomeno che, a livello nazionale, si è attestata nel 2018 a 106 miliardi di euro, con un incremento del 5% rispetto al 2017. Una cifra che comprende le spese per i giochi elettromeccanici, i giochi a distanza e la rete fisica. In Lombardia la spesa pro capite ammonta a 1.446 euro.
Studenti tentati dalle slot
L’assessore ha posto l’accento sulla preoccupante espansione del fenomeno tra gli studenti. “Un’indagine sul contesto lombardo – ha detto -, evidenzia come il 52% dei giovani, con età media 17 anni, dichiara di avere avuto esperienze d’azzardo. Inoltre, il 68% di essi ha riferito di conoscere luoghi in cui è possibile giocare d’azzardo anche se si è minorenni. Lo studio è stato condotto tra l’ottobre 2017 e il gennaio 2018 dal Centro Studi ‘Semi di Melo’, la ricerca citata ha coinvolto 11.494 studenti (52% maschi e 48% femmine) appartenenti a 68 istituti secondari di secondo grado della Lombardia.
Ruolo delle scuole fondamentale
“Nell’ambito delle politiche di sensibilizzazione e di contrasto al gioco d’azzardo è fondamentale l’apporto delle scuole – ha evidenziato Bolognini -. Per questo sono state coinvolte con attività di formazione per i docenti e di sensibilizzare dei ragazzi, in particolare tra i 14 e i 17 anni, oggi particolarmente esposti ai rischi del gioco d’azzardo. Gli elementi raccolti permettono di delineare i contorni di un fenomeno che è ancora difficile da cogliere in tutte le sue sfaccettature, sia a livello giovanile sia complessivo. A questo proposito – ha detto l’assessore – sarà fondamentale il rafforzamento dell’ampia gamma di interventi e risorse messe in campo, all’interno di una cornice istituzionale multilivello, in grado di favorire l’impatto di quanto messo in campo e la sua sostenibilità a livello di sistema”.
Minorenni e anziani i più vulnerabili
Assieme ai giovani, anche la categoria degli anziani è tra le più esposte a al rischio del gioco d’azzardo. “Anziani che bruciano la loro pensione sperando nella fortuna, giovani che manifestano dipendenze precoci – ha detto l’aasessore – sono i due estremi di un fenomeno molto ampio. Spesso colpisce le fasce di popolazione più deboli e vulnerabili. E prende forza di fronte alla fragilità economica e a problemi di carattere sociale o abitativo. La ludopatia, infatti, amplifica maggiormente questi problemi e rischia di distruggere famiglie e creare danni ancora più gravi”.
Il primato di esercizi con newslot
“La Lombardia – ha spiegato a margine l’assessore – detiene il triste primato, in Italia, di esercizi con newslot: sono 10.718 sui 62.894 nazionali. Il fallimento del Casinò di Campione ha probabilmente avuto come effetto un incremento delle giocate nei centri scommesse locali. Si sono ridistribuite sul territorio le puntate di solito concentrate in un unico luogo. L’ammontare complessivo delle ‘puntate’ lo scorso anno è risultato in crescita dell’1,62% sul 2017”.
Como quarta in Italia per spesa pro capite
Secondo quanto emerso dal progetto ‘L’Italia delle Slot’, la nostra sarebbe la terza regione italiana per spesa pro capite. Fra le nostre province quella dove si registrano maggiori spese nel gioco d’azzardo è Como con 1.737 euro. Risulta quarta nello Stivale dietro a Prato con 2.948 euro, Ravenna con 1.846 euro e Rovigo con 1.742 euro. Tale quadro si traduce in pesanti ricadute in termine di costi, sia individuali sia sociali. “Nel 2018 – ha chiarito Bolognini -, in Lombardia sono stati presi in carico 2.773 soggetti con disturbo da gioco d’azzardo, con una spesa per prestazioni sanitarie e psico-socio-educative pari a 1.187.640 euro”.
In campo con azioni di sistema
Per contrastare la ludopatia la Regione Lombardia ha stanziato per il biennio 2018-2019 complessivamente 10,5 milioni di euro. Con l’insediamento della nuova Legislatura è stato deciso di puntare su varie azioni approntate con una logica di sistema, chiamando a collaborare tutti gli attori del sistema sociale e sociosanitario, le imprese e le associazioni di categoria. I finanziamenti sono stati divisi tra istituti scolastici regionali (1.281.000 euro), agenzie di tutela della salute (ATS) ed enti locali (719.000 euro) e Fondo Gioco d’Azzardo Patologico (8.500.000 euro). Questo è stato stanziato per permettere per la realizzazione di Piani operativi Locali (cosiddetti Piani GAP), in collaborazione con le Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST), i Comuni, il Terzo Settore e altri soggetti rappresentativi del territorio.