Dazi Usa sull’agroalimentare, la battaglia del Grana Padano
“Incremento pesante, ma inferiore a quello temuto” L’Imposta salirà da 2 euro a 5,25 su ogni forma esportata negli Usa.
I dazi Usa sull’agroalimentare e le eccellenze italiane sono puntualmente arrivati. Il consorzio Grana Padano, che esporta soprattutto negli Stati Uniti, annuncia che continuerà la propria battaglia contro quella che è considerata una “Punizione ingiusta”.
Dazi Usa sull’agroalimentare, scongiurato il rischio del maxi rialzo
“Temevamo dazi in una misura aggiuntiva del 100% del valore fatturato dal Grana Padano DOP negli USA, tra i principali paesi importatori. Invece, la misura applicata è pari al 25% aggiuntivo – commenta Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di Tutela –. Si tratta di una punizione ingiusta e comunque pesante. Tuttavia, dobbiamo rilevare come l’azione di forte reazione che il Consorzio Grana Padano ha avviato per primo nei giorni scorsi sensibilizzando Governo e opinione pubblica, ha giovato”.
L’export di Grana Padano verso gli Stati Uniti vale circa 75 milioni di euro, pari all’8% del valore complessivo delle esportazioni, che raggiunge i 900 milioni di euro su una produzione lorda vendibile al consumo di 1.700 milioni di euro. “Sinora il Grana Padano Dop ha pagato su ogni forma un dazio pari a 2 euro oppure al 15% del valore fatturato – spiega Berni –. L’aumento del 25% implica quindi un aumento di 3,25 euro su ogni forma, portando il valore complessivo del dazio a 5,25. Si tratta di un incremento indubbiamente pesante, ma al di sotto di quello temuto con le stime dei giorni scorsi di 13 euro per ogni forma”.
Berni: “Continueremo la nostra battaglia”
L’azione politica, diplomatica ed istituzionale deve comunque proseguire. “Ringraziamo il premier Conte, la Ministra alle politiche agricole Bellanova, i ministri competenti e i Governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, per l’impegno finora profuso e per quello che siamo convinti manterranno per convincere il presidente Trump a rivedere una decisione profondamente ingiusta per i produttori italiani e per i consumatori americani – aggiunge Berni –. La scelta dei prodotti da colpire ci sembra mirata a favorire quei settori della produzione Usa che le nostre eccellenze mettono più in difficoltà. Ma siamo certi che chi anche negli Stati Uniti preferisce la qualità che ha reso il Grana Padano il prodotto DOP più consumato nel mondo, difficilmente sceglierà un tarocco. Siamo convinti che riusciremo a superare senza significativi contraccolpi anche questo passaggio con l’aiuto doveroso delle Istituzioni italiane e, di conseguenza, di quelle UE che non mancheremo di continuare a sollecitare”.