L'intervista

Il deputato Guidesi, due settimane da isolato a Codogno: "Poca chiarezza dal Governo"

"Sulla questione economica il Governo non ha fatto nulla".

Il deputato Guidesi, due settimane da isolato a Codogno: "Poca chiarezza dal Governo"
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Siamo riusciti ad intervistare il deputato leghista Guido Guidesi, originario di Codogno, che in questi giorni ha vissuto in prima fila l'isolamento forzato cui il suo paese, insieme ad altri 9 piccoli centri della Bassa, è stato costretto per arginare il contagio.

Come ha vissuto questi giorni di isolamento forzato?

"La comunità lodigiana ha vissuto questo incubo con grande senso di responsabilità, i 15 giorni in cui la zona rossa era riservata ai 10 comuni della bassa sono stati giorni difficili, i primi in particolar modo non essendo stata ben organizzata fin da subito situazione. La speranza ora è che il sacrificio fatto da un'intera comunità venga ricompensato per lo meno rispetto all'accoglimento delle richieste fatte da noi come comunità insieme ai sindaci. Speriamo che il sacrificio e le ristrettezze cui siamo stati sottoposti nei giorni scorsi non sia vano: ci auguriamo che il nuovo decreto decretato dal Governo non porti a perdere tutto questo. Qui è come essere in guerra: le cose che fino a 20 giorni giorni fa erano di ordinaria amministrazione e che avevano normalmente e automaticamente una risoluzione, oggi sono diventate problemi insormontabili.  Il bollettino quotidiano rispetto ai numeri dei contagi fa comprendere che l'ordinaria offerta sanitaria che noi abbiamo non può rispondere ad una situazione straordinaria come quella che siamo vivendo."

Cosa ne pensa delle misure assunte fino ad oggi?

"Quello che è stato fatto fin'ora è stato fatto con un senso solidaristico nella comunità, ci si è aiutati gli uni con gli altri (cittadini e istituzioni) anche grazie al grande supporto di Regione Lombardia che ha fatto e sta facendo un grande sforzo per contenere il contagio e curare le persone. D'altra parte noi abbiamo avuto ritardi incomprensibili dal Governo, con risposte mancate e, in alcuni casi, anche vergognosi dichiarazioni (mi riferisco in particolare alla dichiarazione di critica del Presidente del consiglio verso l'ospedale di Codogno).

Due questioni importanti da tenere sotto controllo

La questione sanitaria

"Le questioni importanti da tenere sotto controllo sono due: quella sanitaria, che è prioritaria, in base al decreto Governativo dell'8 marzo si basa su una delega alla responsabilità dei cittadini, e secondo me serviva qualcosa in più. Non si può passare da un estremo all'altro, da una zona rossa con grandi limitazioni a una zona arancione dove tutti possono girare con la qualsivoglia motivazione. Avevamo (il movimento che rappresento e i sindaci dei 10 comuni isolati) fatto proposte al Governo che mediavano rispetto a questi estremismi, anche a garanzia di aziende e lavoratori. La verità è che il problema sanitario è un problema che non è compreso se non da chi lo vive personalmente o localmente, per questo viene sottovalutato così. A Roma, in particolare, non c'è comprensione della gravità della situazione."

La questione economica

"Sotto il punto della questione economica, invece, il Governo non ha fatto nulla: sono due settimane che chiediamo interventi specifici che però non sono arrivati. Il rischio è che nel momento in cui finirà l'emergenza sanitaria poi non siamo in grado di affrontare l'emergenza economica, le misure servono per riprenderci il prima possibile.

Le misure economiche richieste al Governo

I giorni scorsi Guidesi ha riportato sul proprio profilo Facebook le richieste fatto al Governo in una lettera a firma dei 10 primi cittadini dei comuni lodigiani della "ex zona rossa".

"Riproviamo ancora, le richieste urgenti fatte al governo rimaste ancora inascoltate sono:

  • le aziende che hanno la possibilità di organizzarsi nei dovuti modi in materia di prevenzione sanitaria devono riaprire subito qualsivoglia settore esse occupino,
  • il Governo deve mettere nelle giuste condizioni normative chi deve autorizzare;
  • certificazione di queste zone come ZES (zona economico speciale) al fine di essere attrattivi per investimenti e posti di lavoro;
  • defiscalizzazione per privati e aziende che hanno subito un pesantissimo danno economico dovuto all'isolamento causa emergenza sanitaria;
  • totale defiscalizzazione del lavoro straordinario affinché i lavoratori possano essere incentivati al recupero della produttività persa causa sospensione dell’attività;
  • fondo investimenti per i comuni della zona rossa e gialla perché possano immediatamente investire nelle loro comunità al fine di incentivare la ripresa economica anche con i pubblici investimenti;
  • è urgente che INPS chiarisca il prima possibile le modalità di “copertura” totale per i lavoratori della zona rossa impossibilitati ad andare al lavoro causa ordinanza governativa, servono automatismi perché se “malattia” è lo status da presentare è evidentemente impossibile farsela certificare visto che i medici di famiglia sono ovviamente impegnati per le urgenze sanitarie;

Infine lancio un appello agli operatori della grande distribuzione: chiediamo che sugli scaffali di tutti i marchi della grande distribuzione vi sia una specifica e visibile collocazione per tutti i prodotti del nostro territorio. L’ultimo appello va alle “multinazionali” presenti sul nostro territorio: visto il grave disagio economico che stiamo vivendo ci aspettiamo che confermiate e consolidiate la presenza sul nostro territorio anche attraverso nuovi investimenti sugli stabilimenti. Noi continuiamo a rispettare le indicazioni delle autorità sanitarie ma stiamo uniti anche nel chiedere che questo sacrificio venga giustamente compensato.

Un abbraccio a chi sta soffrendo e un grazie ai sindaci che da due settimane lavorano incessantemente aiutando le comunità che rappresentano. Non molliamo!”.

Poca chiarezza nelle comunicazioni e nei decreti

Poca chiarezza e mancata tempestività: questi sono due dei problemi che, secondo Guidesi, ha portato al generarsi del caos tra le persone, che - come nel caso della "grande fuga da Milano" avvenuta dopo la diffusione della notizia della bozza del decreto relativo alle nuove zone rosse -  porta poi ad agire irresponsabilmente.

"I provvedimenti assunti dal Governo devono essere chiari, netti e nitidi per dare la possibilità a tutti coloro che operano in tutti i settori di avere regole certe e chiare. L'ultimo decreto è stato emanato sabato notte e noi, ad oggi, stiamo ancora aspettando alcuni chiarimenti: così non può funzionare.  E' esattamente quello che è successo 20 giorni fa, quando Conte aveva annunciato un decreto per certificare la zona rossa e noi residenti siamo stati 30 ore in attesa di chiarimenti di quel decreto. Così non è possibile: non si può delegare alla sola ed esclusiva responsabilità dei cittadini, seppur per la zona rossa lodigiana ci sia stata.

La "grande fuga da Milano" di sabato notte è un atteggiamento irresponsabile ma è evidente però che quando si annunciano delle decisioni che poi vengono ufficializzate ore e ore dopo si crea il panico: tanto irresponsabile l'atteggiamento di chi è fuggito, altresì irresponsabile è quello di chi dovrebbe essere da esempio. Non si può far girare una bozza di decreto che tutti i cittadini avevano in mano e poi a distanza di quasi 10 ore firmare il decreto. Nel momento in cui è stato annunciato il provvedimento doveva già essere tutto pronto, bisognava avere pronto il necessario affinché non succedesse quello che è successo, dovevano già essere pronti i controlli per fermare le persone."

 

Giordana Liliana Monti

 

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