L'intervista

Turismo: cosa aspettarci dal 2023

Gattinoni: "C’è voglia di tornare a viaggiare, conoscere usi, costumi e tradizioni diverse … Le persone stanno riscoprendo il valore turismo organizzato"

Turismo: cosa aspettarci dal 2023
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C’è grande attesa per la nuova stagione turistica. A partire dal ponte di Pasqua, prevista per il 9 aprile. Ma le attenzioni sono concentrate soprattutto per la ripresa dei viaggi all’estero, dopo l’esplosione del turismo di prossimità. Del resto in Italia il turismo genera direttamente il 5% del Pil nazionale e incide indirettamente sul 13%, oltre a rappresentare direttamente il 6% dell’occupazione e indirettamente il 15% Delle attese ne abbiamo parlato con Franco Gattinoni, presidente dell’omonimo Gruppo che occupa 800 dipendenti e ha chiuso il bilancio 2022 con un fatturato di 492 milioni, nonché presidente nazionale di FTO (Federazione Turismo Organizzato).

Le prospettive del turismo per il 2023

Il 2023 dovrebbe essere l’anno definitivo per la ripresa del turismo. Quali sono le attese del settore?

“E’ partito prima l’incoming e il turismo di prossimità, di cui ha beneficiato l’Italia e anche il nostro lago. Ma il turismo importante, quello internazionale sia di outgoing sia di incoming, è partito più tardi, solo a metà dello scorso anno. Da ultimo, per fortuna da qualche mese, è ripartito anche il turismo in e outgoing dell’Asia. Questo ci ha permesso di tornare a lavorare a pieno ritmo, proprio perché noi ci occupiamo di turismo internazionale dall’Italia verso l’estero e viceversa. C’è voglia di tornare a viaggiare, sognare, conoscere, riscoprire usi, costumi e tradizioni diverse… Il turismo organizzato non ha nulla a che vedere con il mordi e fuggi; è un’attività economica con una filiera completa che comprende alberghi, ristoranti, musei, trasporti, servizi, artigianato, commercio…”.

Ci si aspetta un ritorno significativo delle vacanze all’estero. Quali saranno le mete del 2023?

“In Italia, al di là delle città d’arte che esercitano sempre un grande fascino, c’è molto interesse per il mare e in particolare per le isole. Funzionano bene anche le località dei nostri laghi e gli agriturismi: abbiamo la fortuna di avere un Paese ricco di cultura, storia, arte, enogastronomia... All’estero sono tornate di grande attualità i Paesi dell’Oceano Indiano, ma sta crescendo l’attenzione per il Nord Europa, per alcune esperienze suggestive come l’Aurora Boreale. Poi c’è la riscoperta delle agenzie di viaggio”.

Le nuove tendenze dei viaggiatori

Sta dicendo che il viaggio fai-da-te sta perdendo colpi?

“Noi non abbiamo mai lavorato tanto come in questi ultimi tre mesi, da dicembre ad oggi, la gente è tornata in agenzia, ha compreso il valore della consulenza, dei servizi, della comodità e della sicurezza. Il fai da te, soprattutto quando si vuole andare all’estero, è risultato spesso pericoloso. Abbiamo assistito a voli annullati, a villaggi prenotati che sul web sembravano di un livello e in realtà erano ben al di sotto, persino a vacanze inesistenti… Uno lavora tutto l’anno per fare una meritata vacanza- da solo o con la propria famiglia - per rilassarsi, divertirsi e poi, per risparmiare pochi soldi, rischia di rovinare tutto? Anche noi abbiamo una piattaforma per proporre viaggi low cost, proposte più semplici, ma con tutte le garanzie del caso perché l’agenzia ti protegge sempre e ti raggiunge ovunque”.

Andare in vacanza all’estero però oggi bisogna mettere pesantemente mano al portafogli…

“Dal secondo semestre 2022 è aumentato tutto. La voce principale dei rincari arriva dai trasporti e in particolare dai voli aerei. Anche le compagnie low cost hanno considerevolmente aumentato il costo dei biglietti: volare nelle capitali europee o fare viaggi intercontinentali con poche decine di euro non è più possibile. Certo, c’è stata un’impennata perche le compagnie si sono trovate a dover fare i conti con una domanda di gran lunga superiore all’offerta senza avere tutti gli aeromobili disponibili e il personale al completo e così i prezzi sono saliti alle stelle. Ora sta tornando tutto alla normalità e anche noi stiamo iniziando a fare proposte con costi garantiti”.

Turismo "local"

Prima parlava di turismo di prossimità. Da lecchese sta vivendo il boom del lago di Como, letteralmente preso d’assalto dai turisti stranieri, molti anche alto spendenti. E pure sul ramo di Lecco stanno arrivando tanti stranieri anche perché Como non riesce più ad accogliere tutti…

“Lecco ha un bellissimo lago, montagne di grande fascino, ma ha pochissime di strutture. Como ha diversi alberghi a 5 stelle e tanti da 4 stelle: sono queste le strutture che creano ricchezza per tutti, dall’hotel al ristorante, dall’artigianato al commercio, oltre a un’occupazione di valore. A Lecco abbiamo sviluppato tanti B&B che vanno bene ma che rappresentano un turismo più “spartano”. Il turista, soprattutto se straniero e alto spendente, vuole alberghi di livello, ma anche servizi di valore: ristoranti, gite con motoscafi, guide per andare in montagna, non si accontenta della passeggiata sul lungolago. Lecco potrebbe pure beneficiare del turismo congressuale ma non ha strutture ricettive in grado di ospitare convegni con più di 100 persone. Siamo a due passi da Milano e non riusciamo ad attivare sinergie. Servono strutture nuove e di qualità. Gli investitori ci sono, ma hanno bisogno di tempi certi. Il problema però non è di Lecco o delle istituzioni locali in sé ma è la situazione “Italia, dove, per avere un permesso, bisogna interpellare tante commissioni. All’estero non funziona così. Se un investitore vuole iniziare un’attività si interfaccia con una sola commissione che racchiude tutto. L’Italia, e di conseguenza i territori, pagano il conto di troppa burocrazia che allontana chi vuole fare qualcosa. Questo è un danno che paga Lecco e un po’ tutto il nostro Paese”.

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