Trovate 31 capsule di LSD e MDMA in carcere, nascoste da due detenuti
La comunicazione del reato è stata segnalata tempestivamente alla Procura della Repubblica di Lodi

Grazie all'accurata attività d'indagine svolta dal personale di Polizia Penitenziaria del Reparto di Lodi è stato scoperto l'occultamento di 31 capsule di sostanze stupefacenti (tipo LSD e MDMA) per un peso complessivo di circa 30 grammi all'interno del carcere di Lodi.
Indagine della Polizia Penitenziaria
A far trapelare la notizia è stato il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), che ha evidenziato l'importanza dei controlli all'interno della struttura, facendo inoltre presente che non si tratta di un caso isolato. Anche nella giornata del 5 maggio 2025, infatti, grazie all'ausilio del nucleo regionale cinofili della Polizia Penitenziaria, era stata trovata una modica quantità di hashish.
"Nella giornata di ieri, martedì, e in quella del 5 maggio, a seguito di una perquisizione straordinaria con l'ausilio del nucleo regionale cinofili della Polizia Penitenziaria è stata rinvenuta una modica quantità di hashish. Esprimo piena soddisfazione per l’operato investigativo e operativo del personale di Polizia Penitenziaria di Lodi, che nonostante le criticità strutturali e carenza di personale continua a garantire ordine e sicurezza con dedizione e straordinarie capacità professionali", ha commentato il segretario regionale SAPPE per la Lombardia Alfonso Greco.
31 capsule di sostanze stupefacenti
Nella giornata del 12 maggio 2025, invece, sono state trovate ben 31 capsule di sostanze stupefacenti di tipo LSD e MDMA dal peso complessivo di circa 30 grammi. Pare che a nascondere la sostanza all'interno della cella siano stati due detenuti marocchini. La comunicazione del reato è stata segnalata tempestivamente alla Procura della Repubblica di Lodi.
I detenuti tossicodipendenti nelle carceri
Anche il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Donato Capece, ha espresso la sua opinione a riguardo:
"Il SAPPE, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, esprime piena soddisfazione per tutta l’operazione svoltasi”. E prosegue: “è un fenomeno sempre più in crescita di quello dei tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti a livello nazionale negli Istituti di pena che di materiale atto alle comunicazioni. L’operazione è la testimonianza della professionalità della Polizia Penitenziaria, che oltre a partecipare attivamente all’opera di rieducazione e trattamento, svolge con abnegazione e competenza l’attività di Polizia”.
Il leader nazionale del primo Sindacato ha poi ricordato gli impegni assunti presso la sede del Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
"Nell’incontro si era deciso di istituire un tavolo tecnico per approfondire e migliorare l’applicazione della legislazione esistente relativa alle dipendenze e trattamento penitenziario con particolare riferimento a una adeguata formazione del personale, una tendenziale omogeneità del modo di operare delle regioni ed anche della magistratura di sorveglianza, alla certificazione delle dipendenze già all’interno del carcere e alla raccolta dei dati più tempestivi. Si deve fare di più per dotazione la Polizia Penitenziaria degli strumenti tecnologici utili a contrastare l’indebito tentativo di introdurre droga e telefonini in carcere, anche potenziando formazione ed aggiornamento professionale dei poliziotti".
Capece si è poi concentrato sulle persone tossicodipendenti in carcere stilato secondo la Relazione Annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze 2024 -con i dati raccolti nel 2023- del Dipartimento per le politiche antidroga (DPA) della Presidenza del Consiglio dei Ministri:
"Le persone tossicodipendenti entrate in carcere nel corso del 2023 sono state complessivamente 15.492, che corrispondono al 38% degli ingressi totali (40.661). A livello regionale, questo valore scende sotto il 20% negli istituti penitenziari delle regioni Friuli-Venezia Giulia, Calabria e nella provincia di Trento ed è superiore al 50% negli istituti della regione Lombardia e della provincia di Bolzano.
Rispetto al totale delle persone straniere entrate in carcere, più di un terzo (34%) è tossicodipendente, contro il 41% dell’incidenza registrata tra le persone di nazionalità italiana, quote che in entrambi i casi risultano in diminuzione rispetto all’anno precedente. Le persone detenute tossicodipendenti, che hanno ricevuto almeno una prestazione di assistenza nel corso del 2023 da parte dei Servizi per le Dipendenze23, sono state 26.268, delle quali il 97% è rappresentato da uomini, il 42% da nuovi utenti e il 34% da persone di nazionalità straniera".
Più della metà dei detenuti tossicodipendenti, secondo quanto affermato da Capece, risulta in carico ai servizi per uso primario di cocaina/crack (53%). Il 24% è assistito per uso primario di oppioidi, e il 12% per uso di cannabinoidi.