Nuove occasioni di in contro tra italiani e migranti grazie a Fondazione Cariplo

Ecco uno dei progetti della quarta edizione del bando“Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo.

Nuove occasioni di in contro tra italiani e migranti grazie a Fondazione Cariplo
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All'interno dei laboratori sociali nascono occasioni di incontro fra italiani e migranti e da un gruppo di cittadini parte una raccolta fondi per acquistare una casa per accogliere.

Accorciare le distanze è l'obiettivo di Mano a Mano

Ecco perché accorciare le distanze è l’obiettivo di Mano a Mano, uno dei progetti della quarta edizione del bando“Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo che in 12 Comuni della Provincia Lodigiana prova a innovare il sistema di accoglienza creando occasioni di incontro fra italiani e migranti e accompagnando questi ultimi verso l'autonomia abitativa, lavorativa e sociale.

L’approccio innovativo del progetto nell’affrontare un tema delicato come l’immigrazione e l’accoglienza, sta nel fatto di aver coinvolto la cittadinanza nella costruzione di eventi dai codici comunicativi noti, come per esempio una passeggiata o un concerto, per veicolare esperienze e messaggi da vivere e far propri “in prima persona”, cercando di andare oltre narrazioni e dinamiche scontate.

Ciro Vajro, referente del progetto ha dichiarato che:

"I nostri eventi parlano di immigrazione senza parlare di immigrazione."

Per costruire occasioni di incontro tra persone e culture differenti sono nati i Laboratori Sociali all’interno dei quali i cittadini, stranieri e non, accompagnati da un facilitatore di comunità, propongono, ragionano e realizzano insieme degli eventi che senza parlare direttamente di immigrazione permettono una riflessione sul tema.

Due grandi eventi nel lodigiano

I due grandi eventi, organizzati nei comuni di Graffignana e Orio Litta, e nati proprio all’interno dei Laboratori Sociali, raccontano molto bene l’approccio del progetto Mano a Mano.

Nel comune di Graffignana i cittadini avevano espresso il desiderio di riappropriarsi del territorio della collina che, negli ultimi tempi, era stato oggetto di un crescente degrado. Intorno a quest’esigenza la facilitatrice ha costruito, insieme ai cittadini e ai richiedenti asilo ospiti di un CAS della zona, una passeggiata serale al chiaro della luna piena.

Il Signor Giuseppe, un graffignanino doc esperto della collina con la passione per le erbe locali autoctone, ha individuato il percorso, mentre i migranti hanno fatto vari sopralluoghi per capire come illuminarlo con delle candele.

La sera dell’evento il signor Giuseppe, oltre a spiegare la ricca vegetazione della collina, ha condotto circa 200 partecipanti, di cui 50 migranti, fin sulla radura delle vigne esattamente nel momento in cui spuntava una meravigliosa luna piena di colore rosso.

“I ragazzi ospiti del CAS avevano preparato dei cartelli con su scritti alcuni detti dei loro paesi d’origine e i giovani di Graffignana si sono avvicinati per chiedere loro di tradurli nella loro lingua originale .” racconta Laura Negri, che lavora nel centro di accoglienza ed è anche facilitatrice del progetto Mano a Mano.

Il percorso ha preso il via dal centro di accoglienza di Graffignana e si è concluso nello stesso luogo dove i richiedenti asilo avevano preparato un piccolo buffet con i frutti della collina, prugnette selvatiche, ciliegie e sciroppo di sambuco, e con alcuni dolci africani.

La passeggiata non è stato solo un momento importante per tutta la comunità ma è stata anche l’occasione per fare avvicinare per la prima volta alcuni cittadini a un centro di accoglienza.


Secondo evento a Orio Litta

Un altro evento, nato all’interno di un Laboratorio Sociale nel Comune di Orio Litta, è Musica nei campi: il concerto di musica Klezmer, la musica tipica degli ebrei, popolo errante per antonomasia.

Il concerto, che si è svolto presso la cappella della Madonna di Caravaggio, una cappella immersa nei campi, è stato intervallato dalla lettura di alcuni brani della tradizione popolare di India, Marocco e Gambia che sono stati letti da cittadini stranieri residenti a Orio che avevano preso parte alla costruzione dell’evento, preparando dei piatti tipici.

Il pubblico formato da 150 spettatori, di cui 35 stranieri, che ha partecipato alla serata è stato incantato dalla musica e dalle parole al punto che il sindaco, nel suo intervento a commento della serata, si è detto emozionato nell’aver sentito la donna marocchina che ha letto presentandosi dicendo “Sono una cittadina di Orio Litta”.

Dopo questa serata la cappella della Madonna di Caravaggio, luogo particolarmente sentito dalla popolazione locale, è candidata come possibile bene comune da riqualificare con il contributo di Mano a Mano.

“Quello che si sta anche cercando di fare è di uscire dalla logica dell’evento che ha un inizio e una fine per creare iniziative che possano durare nel tempo ed essere più visibili sul territorio. Come la squadra di calcio a 5 a Massalengo, composta da alcuni ospiti del centro di accoglienza e da cittadini italiani, che parteciperà al campionato provinciale, e porterà in giro un’altra bella esperienza di integrazione.” racconta Ciro Vajro.

Le prossime fasi del progetto

Ma c’è una storia davvero emozionante nata nelle primissime fasi di avvio del progetto. È quella di un gruppo di cittadini che ha deciso di avviare in maniera autonoma una raccolta fondi con il desiderio di acquistare una casa per accogliere delle persone che, a seguito delle modifiche normative, avevano perso il diritto a rimanere nei centri.

Tutto è cominciato con una mail di Chiara a 50 suoi amici. Nel giro di poco tempo 50 persone sono diventate molte ma molte di più. Tutte insieme hanno raccolto 30 mila euro e hanno acquistato una casa di 90 mq in provincia di Lodi, che è stata intestata all’associazione Famiglia Nuova, in qualità di capofila del progetto Mano a Mano, e che entro Natale sarà assegnata a una famiglia di richiedenti asilo oppure a dei giovani richiedenti asilo e a degli studenti universitari che abiteranno insieme. L'iniziativa si chiama "Una casa per accogliere e spero ci copino in tanti” ha detto Chiara.

"Speriamo, per Natale, di potere raccontare una prima bellissima storia di accoglienza e di autonomia". Conclude Ciro Vajro.

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