Sant'Angelo Lodigiano

Giovanna Pedretti, "Recensione non genuina e nessuna responsabilità di terzi": indagini verso l'archiviazione

La nota della Procura di Lodi: ora la vicenda torna nelle mani del giudice che potrebbe mettere la parola fine

Giovanna Pedretti, "Recensione non genuina e nessuna responsabilità di terzi": indagini verso l'archiviazione
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Morte di Giovanna Pedretti, indagini verso l'archiviazione: "Nessuna responsabilità di terzi per il suo suicidio e recensione non genuina".

Giovanna Pedretti, indagini verso l'archiviazione

Le indagini seguite alla morte per suicidio di Giovanna Pedretti, ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano, stanno andando verso l'archiviazione. A comunicarlo è la Procura di Lodi, con una nota diffusa poco fa dal procuratore facente funzioni Maurizio Romanelli.

Pedretti, come noto, era stata trovata senza vita in riva al Lambro, a Sant'Angelo Lodigiano, lo scorso 14 gennaio 2024: come specificato nella nota della Procura, "la signora Pedretti si è suicidata per annegamento dopo numerosi tentativi autolesivi a mezzo di uno strumento da taglio non capace di lesioni profonde".

Nessuna istigazione al suicidio

Stando a quanto appurato dalle indagini, coordinate appunto dalla Procura lodigiana, non sarebbero risultate responsabilità da parte di terzi nel decesso di Giovanna Pedretti, titolare col marito della pizzeria Le Vignole. Quindi, di conseguenza, secondo la Procura viene a cadere l'ipotesi di reato di istigazione al suicidio.

La ristoratrice Giovanna Pedretti

La magistratura lodigiana infatti, subito dopo il ritrovamento della ristoratrice ormai senza vita, aveva aperto un fascicolo d'indagine contro ignoti ipotizzando il reato di istigazione o aiuto al suicidio, previsto dall'articolo 580 del codice di procedura penale.

La morte della ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano infatti era arrivata a seguito dell'exploit mediatico dovuto alla recensione che lei stessa aveva pubblicato sui social: secondo alcuni però quella recensione avrebbe potuto essere falsa. Proprio da tale circostanza, nei confronti di Pedretti e del suo locale si era scatenata un'ondata di "haters" del web che avevano apertamente criticato, in modo anche pesante, sia Pedretti sia l'attività di ristorazione sua e del marito.

Talk show, dibattiti, opinioni

La vicenda era balzata agli onori della cronaca e per diversi giorni se ne era dibattuto. Alcuni blogger e personaggi noti dei social network, però, avevano appunto messo in dubbio la veridicità della recensione. Tanto che, dopo il suicidio della ristoratrice, era stato ipotizzato che per il suo decesso potessero essere rilevate responsabilità da parte di terzi.

Le indagini condotte dalla Procura di Lodi hanno però stabilito che non vi è alcuna responsabilità:

"Nessuno dei comportamenti tenuti da terzi, intervenuti a vario titolo nella presente vicenda, è in alcun modo qualificabile come fatto penalmente rilevante riconducibile alle ipotesi di determinazione al suicidio, rafforzamento del proposito di suicidio, o agevolazione (ex art. 580 c.p.)".

Così scrive il procuratore Romanelli nella nota diffusa oggi, sabato 4 maggio 2024.

Recensione non genuina

Non solo. Sempre secondo le indagini la recensione "non è genuina". Come si ricorderà, infatti, Pedretti aveva pubblicato sui social una recensione negativa a carico del suo locale e poi la sua risposta.

Nella recensione un fantomatico cliente criticava la pizzeria Le Vignole per averlo fatto sedere poco lontano da degli altrettanto fantomatici "gay" e da "un ragazzo in carrozzina che mangiava con difficoltà". Per questo il fantomatico cliente sosteneva che non avrebbe messo più piede nel locale di Pedretti e del marito.

Il tribunale di Lodi, dove ha sede anche la Procura
Il tribunale di Lodi, dove ha sede anche la Procura

Insieme alla "recensione" era stata pubblicata anche la risposta, con cui la pizzeria "Le Vignole" invitava il fantomatico cliente a "non tornare" nel locale.

In un primo momento la risposta, oggetto di attenzioni anche da parte della stampa nazionale, aveva suscitato grande ammirazione. Poco dopo, quando però ne era stata messa in dubbio l'autenticità, si era scatenata una bufera di senso opposto.

Alla conclusione delle indagini, grazie agli accertamenti disposti dalla Procura di Lodi, è stato stabilito che la recensione "non è genuina".

(articolo in aggiornamento)

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