Sintesi perfetta

Covid e scuola, troppe cose ancora non vanno: la lettera di una mamma

"Siamo solo al 25 settembre e c'è tanto caos e disorganizzazione. Cosa succederà in inverno?".

Covid e scuola, troppe cose ancora non vanno: la lettera di una mamma
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Una ripartenza in salita, ma i genitori ancora non sanno cosa - e come - fare.

Importante l'impegno richiesto alle famiglie che però si trovano sole

Che quest'anno la scuola (dagli orari, alle presenze, ai dispositivi di sicurezza) sarebbe stata particolarmente impegnativa e complessa lo sapevamo da tempo. Sapevamo che da settembre le lezioni sarebbero ricominciate in presenza e che sarebbe stato necessario un impegno generalizzato per garantire la sicurezza necessaria per poterle frequentare senza paura di ammalarsi. Sapevamo che con l'arrivo dell'influenza autunnale ci sarebbero stati tanti falsi allarmi. Ma forse, anche se sapevamo tutto questo, non tutti ci eravamo resi conto di quanto fosse difficile a livello di gestione e di economia per le famiglie (e non solo) affrontare tutto questo.

Tenere i bambini a casa in caso di potenziali e ipotetici contatti con i positivi; spendere decine e decine di euro per ciascun tampone; acquistare mascherine e gel; misurare la temperatura ogni mattina; avere un'attenzione in più verso i più minimi sintomi influenzali; spiegare ai propri bambini perché dopo mesi di distanza non possono abbracciare i compagni di classe e neppure stare loro vicini a meno di un metro.

E' necessario? Si. Poteva essere fatto in maniera diversa? Forse. Quello che ora conta, però, è non lasciare soli i genitori ad affrontare tutto questo e ascoltare le loro voci, cercarndo di dar voce - e risposte - ai loro dubbi. E' importante non lasciare nessuno indietro. Per questo pubblichiamo integralmente la lettera di una mamma lodigiana piena di incertezze, che tenta di rimanere a galla tra le mille difficoltà di chi lavora e deve gestire un intero nucleo famigliare.

La lettera di una mamma preoccupata

Buongiorno, Vorrei segnalare un problema che noi genitori stiamo riscontrando nel lodigiano.

Sono di Casalpusterlengo, sono una mamma di due bambini uno di un anno e mezzo(frequentante l'asilo nido) e l'altro di 4 anni(scuola materna).  Settimana scorsa (giovedì), il più piccolo ha fatto uno starnuto ed il giorno dopo ovviamente completamente raffreddato. Siamo andati dalla pediatra e gli ha prescritto il tampone, tutta la famiglia è stata messa in isolamento.
Martedì abbiamo fatto il tampone (al "punto tampone" riservato a studenti a Casalpusterlengo), ed è risultato negativo.
A quanto ho capito mio figlio non è l'unico,e tutti i pediatri qui stanno rimandando al tampone, ora mi sorgono tanti dubbi e magari potreste girare le mie domande a chi di competenza :

  • Quanti dei bambini con solo raffreddore sono risultati positivi? Sarebbe bello saperlo.
  • Al nostro asilo nido richiedono un certificato medico in caso di assenza , anche solo di un giorno , il nostro pediatra dice che non rilascia alcun certificato medico. Noi genitori cosa facciamo se un bambino è assente perché non si è svegliato?
  • Hanno tolto l'isolamento fiduciario se uno dei componenti familiari è in attesa di esito tampone : un po' un controsenso. Se uno dei componenti familiari dovesse poi risultare positivo e gli altri magari fossero asintomatici, sarebbe corretto mandare l'altro bambino a scuola con il rischio che contagi?
  • Mentre eravamo in attesa di tampone fuori dall'ospedale , c'era anche una bimba che aveva 39 di febbre : non sarebbe il caso di fare tamponi domiciliari? Così come nella regione Emilia Romagna? So che a Piacenza (che non è messa bene come noi a livello di contagi) effettuano il tampone domiciliari in caso di febbre anche agli adulti.
  • La Regione, venerdì sera , ha istituito i "punti tampone " ma gli addetti lunedì mattina non sapevano nulla e so che il primo giorno i tamponi sono cominciati alle ore 12:30 invece che alle 10:30, direi che la situazione già non è delle migliori, sarebbe il caso prima di diramare le informazioni di organizzarsi anche con gli addetti ai lavori.

Scusate le mie tante domande ma davvero io ci sto capendo veramente poco, siamo solo al 25 settembre e c'è tanto caos e disorganizzazione. Cosa succederà in inverno? Quanti tamponi inutili verranno effettuati a questi bambini?  Non è il caso di aspettare qualche giorno di raffreddore prima di fare un tampone, anche per non affollare inutilmente i punti tampone?

Giordana Liliana Monti

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