Arrestati borseggiatori seriali autori di diversi furti nel Lodigiano
Due perone sono finiti in manette, una donna denunciata.
Due pregiudicati bulgari autori di numerosi furti sono stati estradati e arrestati dai Carabinieri all'aeroporto di Linate.
Custodia cautelare in carcere per due pregiudicati
Nella tarda serata del 15 settembre 2020 i carabinieri di Cavenago d’Adda, con la collaborazione di personale della Polaria in servizio presso l’aeroporto di Milano-Linate, hanno notificato al 23enne P.S. e alla 40enne V.A., entrambi cittadini bulgari, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il concorso nei reati di ricettazione, indebito utilizzo di carte di credito e furto aggravato. I due sono stati estradati dal paese di origine a bordo di velivolo militare, accompagnati in Italia da personale del Servizio di Cooperazione Internazionale.
I fatti per i quali si è proceduto vedono in realtà coinvolta anche una terza complice, la loro connazionale 21enne V.M., denunciata per gli stessi reati.
Specializzati nel borseggio
In buona sostanza i tre si erano specializzati nel “borseggio”, il più classico dei furti con destrezza, prendendo di mira ignari soggetti anziani che avevano la sfortuna di fare la spesa quando i tre decidevano di entrare in azione. Il loro modus operandi era semplice e al tempo stesso efficace, perché prevedeva una prima fase di individuazione della potenziale vittima tra quelle presenti nei centri commerciali, meglio ancora se tra le corsie interne dei supermercati; poi, approfittando della confusione, a turno le due donne mettevano in opera la loro qualità di sfilare il portafogli dalla borsa senza farsi scorgere, quindi trafugavano il denaro contante e le carte di credito a cui purtroppo spesso gli anziani scrivono dietro il codice segreto, che poi utilizzavano per effettuare fraudolenti prelievi, “alleggerendo” con i prelievi massimi i conti correnti dei malcapitati.
L'indagine dei Carabinieri
Qui entra in gioco la paziente opera di ricostruzione dei carabinieri della Stazione di Cavenago d’Adda, le cui indagini hanno preso il via dopo un primo episodio di furto con destrezza avvenuto il 5 novembre dell’anno scorso all’interno del supermercato Eurospin di Lodi. Qui, infatti, un residente di Cavenago di 73 anni, che stava facendo la spesa era stato derubato del bancomat con il relativo PIN segreto, utilizzato per effettuare ben 13 prelievi in diversi sportelli bancomat tra Lodi e Milano, per un ammontare complessivo di 3.400/00 euro. In quel caso, le responsabilità delle due donne sono state certificate dalla comparazione delle riprese dei sistemi di videosorveglianza di tutti i citati istituti di credito, che le riprendevano mentre prelevavano il denaro, con quelle del supermercato, mettendo a posto un primo importante tassello dell’intricato puzzle ricostruito, felicemente risolto con l’identificazione ufficiale di tutti i componenti la banda.
Il secondo episodio, del tutto simile al primo, attribuito senza ombra di dubbio alle gesta dei tre criminali bulgari, è quello capitato il pomeriggio dell’11 dicembre 2019 a una donna di 60 anni di Mairago, che mentre faceva acquisti alla Bennet di San Martino in Strada, veniva derubata del portafogli con il denaro e il bancomat, utilizzato per effettuare prelievi truffaldini per un totale di 1.500/00 euro.
Importanti i video di sorveglianza
In entrambi i casi i carabinieri hanno avvalorato le loro investigazioni passando al setaccio decine di ore di registrazione di filmati e analizzando numerosi tabulati telefonici, riscontrando l’esistenza di contatti tra l’Italia e la Bulgaria e tra gli stessi complici, certificando così anche la compromissione penale dell’uomo, nei cui confronti sono state acquisite ineluttabili prove del suo ruolo di preminenza. Egli, infatti, si occupava di trasferire le complici sui luoghi dove poi avrebbero commesso il reato e di riprenderle al termine dell’azione delittuosa, una sorta di autista, insomma, con anche il compito di tenete i collegamenti telefonici fra le parti nella fase di preparazione e in quella operativa.
L’aver messo fuori gioco i tre delinquenti bulgari, è senza dubbio un risultato investigativo di tutto rispetto, come dimostra l’azzeramento della particolare tipologia di reato. Al termine delle formalità di rito, la donna è stata tradotta nel carcere femminile di Milano San Vittore, mentre l’uomo in quello di Busto Arsizio, dove attendono di essere interrogati.