La denuncia

Tamponi per le visite a pagamento e Rsa isolate: «Una presa in giro»

I test, da delibera di Regione Lombardia, dovrebbero essere a carico del servizio sanitario ma tante farmacie li fanno pagare.

Tamponi per le visite a pagamento e Rsa isolate: «Una presa in giro»
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È dall’8 maggio che, almeno sulla carta, le visite agli anziani ricoverati nelle Rsa sono consentite, a patto che si rimanga a distanza, si indossino le mascherine e i parenti dimostrino di essere negativi al Covid con un tampone eseguito nelle 48 ore precedenti o siano stati vaccinati.

La denuncia del segretario generale lombardo di Fnp Cisl

Come riporta Prima Bergamo nei fatti, però, gli ospiti delle case di riposo, in particolare della Lombardia, sono stati sostanzialmente dimenticati e le visite restano, in molti casi, una chimera. L’attacco arriva dal segretario generale lombardo di Fnp Cisl, che denuncia come

«l’ordinanza del Ministro Roberto Speranza e le indicazioni dell’assessore Letizia Moratti, per molte farmacie della regione, sono lettera morta. Troppe non sono attrezzate e molte chiedono il pagamento del tampone necessario per andare a trovare un proprio caro».

A fare da barriera tra mondo esterno e case di riposo sarebbe proprio il cortocircuito che si è creato nel momento in cui i potenziali visitatori devono sottoporsi al tampone. Regione Lombardia ha autorizzato le Rsa, o la rete ambulatoriale degli erogatori pubblici e privati accreditati presenti sul territorio, o le farmacie. Il costo è del test è a carico del servizio sanitario e i parenti per richiederlo devono semplicemente compilare un modulo di autocertificazione.

Le farmacie non applicano tutte la delibera

«Da una nostra verifica la stragrande maggioranza delle farmacie, private o comunali che siano, non applica questa delibera – sottolinea Didonè -. Li fanno pagare, e quindi non svolgono il servizio indicato dalla Regione Lombardia. Le Rsa potrebbero sottoporre a tampone i visitatori utilizzando i loro kit, originariamente destinati a dipendenti e ospiti, ma per quanto ne sappiamo sono poche quelle che lo fanno».

In buona sostanza, secondo il sindacato dei pensionati, dopo gli annunci alla stampa la delibera è rimasta inapplicata ed è passata sotto silenzio. «Perché Ats, Asst, direzione generale Welfare non intervengono prendendo provvedimenti?».

«È ora di finirla di prendere in giro le persone con la politica degli annunci – conclude il Emilio Didonè -. Basta promesse a cui seguono sempre gravi ritardi nell’applicazione concreta dei provvedimenti. Gli anziani e i disabili attendono da troppo tempo di poter rivedere i volti dei loro cari. È una situazione paradossale che pretendiamo venga risolta in tempi brevissimi da Regione Lombardia, che ormai ha indici di gradimento e di credibilità sempre più vicino allo zero».

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