Nuove frontiere nella riabilitazione respiratoria: l’ASST di Lodi coinvolta in un'importante sperimentazione
Un innovativo studio clinico valuta gli effetti di un aminoacido combinato alla vitamina C liposomiale nella cura delle patologie respiratorie croniche

L’ASST di Lodi è protagonista di un importante progetto di ricerca clinica che apre nuove prospettive nel trattamento delle malattie respiratorie croniche. La struttura ha infatti aderito a uno studio sperimentale mirato a valutare l’efficacia dell’L-Arginina, un aminoacido già noto in ambito medico, associata alla vitamina C liposomiale, nel percorso riabilitativo di pazienti con patologie respiratorie.
ASST di Lodi sperimenta il potenziale della L-Arginina
Il centro operativo del progetto si trova a Sant’Angelo Lodigiano, all'interno dell’unità di Medicina a Bassa Intensità – Sub Acuti, dove attualmente sono coinvolti circa dieci pazienti seguiti nei percorsi di Riabilitazione Respiratoria Territoriale. Si tratta di soggetti ambulatoriali, arruolati per verificare se questa combinazione nutraceutica possa favorire il recupero fisico, migliorare la risposta al trattamento e fornire un supporto energetico durante la riabilitazione.
A guidare la sperimentazione sul territorio lodigiano è la pneumologa Sara Forlani, direttrice del Dipartimento Continuità di Cura, Riabilitazione e Fragilità dell’ASST. La dottoressa Forlani sottolinea l’obiettivo centrale dello studio:
“Vogliamo capire se l’integrazione di L-Arginina e vitamina C può realmente potenziare il percorso terapeutico del paziente cronico. Se i risultati saranno positivi, questo approccio potrebbe essere inserito tra le raccomandazioni terapeutiche, rendendo più efficace e mirata la riabilitazione.”
Una sperimentazione importante
Lo studio ha un’impostazione multicentrica: sono infatti dodici i centri sanitari italiani coinvolti, in collaborazione, per garantire una validazione scientifica solida e su larga scala. Il termine della sperimentazione è previsto entro l’autunno del 2025.
Questo progetto rappresenta un passo importante verso una medicina più integrata e personalizzata, in cui anche il supporto nutrizionale può fare la differenza nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti con patologie croniche.