"Niente smartphone per la comunione", Tata Francesca ammonisce i genitori
Il 15 maggio a Lodi l’incontro gratuito con l’ambasciatrice Meta nell’ambito del progetto “ImPatto Digitale”

Niente smartphone per la comunione: Tata Francesca ammonisce i genitori. L’insegnante, counselor e ambasciatrice Meta sarà a Lodi il 15 maggio invitata per il progetto ImPatto Digitale: parlerà delle strategie per vivere al meglio il mondo digitale
Tata Francesca a Lodi
"Regalare uno smartphone per la Prima Comunione è un errore"
A dirlo è Francesca Valla, meglio conosciuta come Tata Francesca, volto televisivo, insegnante, counselor ed esperta di educazione digitale. Sarà lei la protagonista dell’incontro “Figli e Smartphone: sfide educative e strategie efficaci”, in programma mercoledì 15 maggio alle ore 16.15 presso la sede della Fondazione Comunitaria di Lodi, in corso Archinti 100.
L’evento rientra nel progetto ImPatto Digitale, che ha già portato computer e formazione nelle famiglie del Lodigiano, e sarà a ingresso gratuito con iscrizione sul sito del progetto: percorsiconibambini.it/impattodigitale.
"Lo smartphone dovrebbe arrivare solo quando il bambino o la bambina dimostra autonomia e senso di responsabilità – spiega Tata Francesca –. Prima di allora, meglio offrire altre esperienze educative. I genitori devono essere consapevoli dei rischi e guidare i figli, senza delegare completamente al mezzo tecnologico".
Oggi anche ambasciatrice per Meta, Valla è coinvolta in iniziative come GenitoriConnessi e Screen Smart, volte a sensibilizzare le famiglie sull’uso responsabile del digitale.
"Educare al digitale non significa solo insegnare come usare uno smartphone – spiega – ma creare consapevolezza sui rischi e favorire un dialogo autentico, senza giudizio".
Tra le soluzioni proposte da Meta ci sono account per adolescenti con protezioni attive di default: ad esempio, la modalità “Non disturbare” durante la notte o il “Limite giornaliero” che invita a fare una pausa dopo un’ora di utilizzo di Instagram.
"I limiti si possono estendere, ma solo con il consenso dei genitori – precisa Valla –. È questo il tipo di alleanza educativa che dobbiamo coltivare".