Ambiente

Agricoltura sociale, il Lodigiano fa scuola

Presentate come un modello tre iniziative promosse sul territorio

Agricoltura sociale, il Lodigiano fa scuola
Pubblicato:
Aggiornato:

Agricoltura sociale, il Lodigiano fa scuola a Rovigo: in un convegno nazionale presentate come modello tre iniziative promosse sul territorio.

Agricoltura sociale, il Lodigiano fa scuola

Il Lodigiano diventa uno dei punti di riferimento a livello nazionale per l’agricoltura sociale, ovvero l’agricoltura che giova all’ambiente perché lo rispetta ma fa bene anche alle persone fragili che vengono coinvolte nelle attività operative.

A confermarlo è stato il fatto che alcuni rappresentanti dell’Ufficio di Piano dell’Ambito di Lodi e della Rete di agricoltura sociale siano andati all’Urban Digital Center di Rovigo per un Convegno nazionale intitolato "Agricoltura sociale e lavoro nelle aree rurali fragili" promosso dalla Comunità di pratica ‘aree fragili’. Nel corso dell’evento sono state illustrate le esperienze che arrivavano da comunità nazionali ed estere.

Un ruolo di primo piano in questo senso è stato svolto dal Lodigiano, che ha presentato tre diverse esperienze. Gian Marco Locatelli, dell’Ufficio di Piano Ambito di Lodi, coordinatore della Rete di Agricoltura Sociale Lodigiana, ha raccontato la nascita ed il percorso della rete dal progetto “Rigenerare Valore Sociale – Welfare in Azione” di Fondazione Cariplo ad oggi, questa iniziativa ha portato a creare un collegamento forte tra le varie attività agri-sociali nate e finanziate proprio durante il progetto. Il coordinamento è seguito dall'Ufficio di Piano e al momento coinvolge enti pubblici e profit (comprese 3 fattorie sociali della Provincia di Lodi). Si occupa di agricoltura con attenzione all’ambiente e include persone con tutte le tipologie di svantaggio all’interno dei propri processi produttivi con attività di carattere lavorativo ma anche terapeutico.

AgriCulture Sociali 3.0

Dalla Rete di Agricoltura Sociale sono nate esperienze come Sanfereorto a Lodi e L'Orto di Tutti a Codogno e ormai sono più che affermate. Ma la vera novità è il progetto AgriCulture Sociali 3.0, che punta a valorizzare la rete esistente e ad ampliarla e persegue l’obiettivo di mitigare gli effetti economici della pandemia, che ha creato nuova povertà e vulnerabilità nel Lodigiano, promuovendo il settore dell’Agricoltura Sociale. Questo settore cruciale può offrire agli individui fragili delle occasioni di formazione, di occupazione, di supporto.

Come ha spiegato Paola Pozzo, della coop Sociale L’Officina di Codogno, che fa da capofila, il progetto è nato su impulso della Fondazione Comunitaria di Lodi, che attraverso la pubblicazione di un bando per la manifestazione di interesse sul tema dell’agricoltura sociale costruito in sinergia con l’Ufficio di Piano dell’Ambito di Lodi, ha sollecitato enti pubblici e privati del territorio a collaborare. A sostenere l’iniziativa sono Fondazione Cariplo, Intesa San Paolo e Fondazione Peppino Vismara che hanno messo a disposizione risorse per complessivi 363mila euro (incrementabili fino a 543mila).

Il progetto si svilupperà nell’arco di due anni e sotto il profilo pratico prevede di promuovere diverse forme di intervento: dall’orientamento e formazione alla creazione di nuove professionalità, dal sostegno individuale fino alla conciliazione tra vita e lavoro.

L’obiettivo della Rete guidata dalla Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi onlus, insieme all'Ufficio di Piano e CSV Lombardia Sud, per dare vita ad un progetto di contrasto alle vulnerabilità con ampio sostegno territoriale che verrà implementato nel 2023-2024

Seguici sui nostri canali