Un anno di Liver Unit all'Ospedale di Lodi: gestiti 97 casi di patologie epatiche gravi
L’unità, nata nell’aprile 2024, si conferma punto di riferimento per la cura delle patologie epatiche più gravi

La Liver Unit dell'Ospedale di Lodi compie un anno: si occupa della gestione delle patologie del fegato più complesse, nel 2024 gestiti 97 casi.
La Liver Unit di Lodi compie un anno
Compie un anno la Liver Unit dell’Ospedale di Lodi, struttura specializzata nella gestione delle malattie del fegato più complesse. Dal tumore epatico alle complicanze dell’ipertensione portale, il team multidisciplinare ha già affrontato 97 casi clinici, offrendo ai pazienti percorsi terapeutici personalizzati e ad alta specializzazione.
Nata nell'aprile 2024
Istituita nell’aprile 2024, la Liver Unit si basa su un approccio integrato che coinvolge diversi specialisti: epatologi, radiologi, oncologi, infettivologi, chirurghi, endoscopisti e anatomopatologi. Una collaborazione continua che consente di analizzare in modo completo la condizione clinica del paziente e definire la strategia più adeguata per la cura.
La gestione organizzativa è affidata all’Unità Operativa Semplice di Epatologia, sotto la guida della dottoressa Alessandra Brocchieri.
"All’interno della Liver Unit – spiega Brocchieri – il gruppo multidisciplinare elabora una vera e propria roadmap diagnostico-terapeutica, prendendosi cura del paziente in ogni fase del percorso, secondo i migliori standard di cura disponibili".
Il team valuta tutte le opzioni terapeutiche, inclusa la possibilità di trapianto di fegato, mantenendo un collegamento costante con i centri epatologici terziari di riferimento. L’attività del primo anno ha visto tra i casi discussi anche 28 pazienti affetti da HCC (epatocarcinoma), il tumore maligno più diffuso a livello epatico.
L'ambulatorio
Accanto alla Liver Unit si sviluppa l’attività ambulatoriale epatologica, anch’essa coordinata da Alessandra Brocchieri insieme alle specialiste Veronica Pacetti e Francesca Famà. L’ambulatorio si occupa non solo di patologie tumorali, ma anche di epatopatie alcol-correlate, tossiche, autoimmuni e metaboliche.
Proprio quest’ultimo ambito, legato alla steatosi epatica e alla sindrome metabolica (obesità, ipertensione, diabete, dislipidemia), rappresenta una nuova emergenza sanitaria. La steatosi, spesso asintomatica, può evolvere verso danni epatici gravi come la cirrosi o l’epatocarcinoma, rendendo indispensabile una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo.
I numeri
Nel corso del 2024, l’attività epatologica dell’ASST di Lodi ha registrato numeri significativi: 650 prime visite e 1.800 controlli di follow-up. Dati che confermano la crescente necessità di una presa in carico strutturata e multidisciplinare delle patologie del fegato.
Epatologia e Reumatologia
L’Ambulatorio di Epatologia è afferente alla struttura di Medicina dell’Ospedale di Lodi di cui è direttore, dal febbraio di quest’anno, Guja Minoja, al Maggiore dal 2006, con una “parentesi” di tre anni e mezzo all’Ospedale di Crema.
Il reparto di Medicina accoglie pazienti ricoverati in regime di urgenza dal PS, con cui collabora in modo molto stretto, e affetti da plurime patologie.
“La nostra struttura – ricorda il neo primario - affronta, in modo trasversale e globale, problematiche di tutte le specialità (patologico infettiva, cardiovascolare, pneumologica, geriatrica, reumatologica, gastroenterologica, ecc.) e con un’attenzione all’aspetto sociale soprattutto dei pazienti anziani in condizioni di fragilità attraverso il supporto della COT (Centrale Operativa Territoriale)”.
Accanto all’Ambulatorio di Epatologia, l’offerta di primo e secondo livello di Medicina (oltre 1.000 ricoveri ordinari ogni anno) conta, fra gli altri, l’Ambulatorio di Reumatologia (con circa 1.800 prestazioni all’anno, alcune di esse ultra specialistiche - si pensi alle prestazioni reumatologiche sulle donne in gravidanza), di Medicina Interna e Geriatria.
Gli specialisti del reparto di Medicina Interna stanno inoltre organizzando, tra le varie attività, anche il servizio di teleconsulto con i medici di medicina generale e la presenza nelle case di Comunità al fine di rendere le proprie competenze più fruibili su tutto il territorio lodigiano.