Ersaf Lombardia

Alpeggiatori e istituzioni a confronto per valorizzare le nostre montagne

Giovedì 7 aprile si è svolto l'incontro conclusivo del corso per allevatori e pastori: un mestiere fondamentale per le terre alte di Lombardia. 

Alpeggiatori e istituzioni a confronto per valorizzare le nostre montagne
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Si è concluso giovedì 7 aprile il corso dedicato agli alpeggiatori organizzato da Ersaf - Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste, che ha visto la partecipazione di 60 allevatori lombardi. Quello che si è svolto a Lenna, in provincia di Bergamo, presso l’Agriturismo Ferdy, oltre che un momento formativo, è stata una importante occasione di confronto tra alpeggiatori e istituzioni regionali, così da poter conoscere meglio bisogni e problemi degli operatori e quindi poter dare risposte adeguate.

Le istituzioni in ascolto degli alpeggiatori

Un sistema complesso e importante, quello della montagna lombarda, di cui fanno parte anche i 669 alpeggi, che vedono coinvolti 150mila capi di bestiame e 1.800 addetti. Lo stesso assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, introducendo i lavori con un video messaggio, ha sottolineato il valore degli alpeggiatori e le sfide che li vedono interessati:

"Gli alpeggiatori sono i protagonisti delle nostre montagne, hanno una valenza non solo agricola e agroalimentare, ma anche ambientale, storica e paesaggistica. Senza dimenticare l’esperienza culturale e turistica che rappresentano. Stiamo lavorando per valorizzare la corretta assegnazione dei pascoli, contrastando fenomeni speculativi. E dobbiamo aiutare i gestori ad avere uno sguardo multidisciplinare per affrontare un mondo che sta cambiando".

Giuseppe Mario Rota, consigliere Ersaf, ha consegnato gli attestati di partecipazione al corso agli alpeggiatori, che in quattro precedenti incontri hanno potuto approfondire alcuni temi caldi: i predatori, la gestione dell’alpeggio, l’alimentazione del bestiame, la produzione sana e sicura delle eccellenze gastronomiche, la multifunzionalità in malga e l’utilizzo degli strumenti di comunicazione, come ad esempio i social network.

"Abbiamo tutti sentito parlare degli ingenti fondi messi a disposizione col Pnrr, vorrei che la montagna fosse protagonista di questo piano" ha sottolineato Rota.

Fondamentale, quindi, è la conoscenza. Conoscenza da parte delle istituzioni, per comprendere quali politiche mettere in atto per sostenere il comparto, e tra alpeggiatori stessi, così da poter fare rete, come ha ribadito Francesco Brignone, dirigente di Regione Lombardia. La conoscenza viene portata avanti da Ersaf, che sta fotografando la reale situazione dei nostri alpeggi attraverso l’Osservatorio regionale, presentato da Paolo Nastasio, dirigente Ersaf.

"Dobbiamo vedere gli alpeggi come un sistema - ha spiegato Nastasio - con delle specificità tipiche all’interno del sistema rurale, non fatto da singoli attori ma soggetti in grado di produrre sinergie, in grado di dare più forza al comparto anche nel confronto con altri soggetti, quali intermediari e consumatori".

Gli alpeggiatori che hanno partecipato al corso organizzato da Ersaf durante l’incontro conclusivo del 7 aprile a Lenna, presso l’Agriturismo Ferdy

Tra orgoglio e difficoltà

Formazione e confronto, come già detto. Ampio spazio, infatti, è stato dato alla tavola rotonda e al dibattito, che si è svolto in modo schietto e proficuo. E’ stata data la parola a alcune esperienza, così da poter raccontare diversi aspetti di questo lavoro. Per primo il padrone di casa, Ferdy, titolare dell’agriturismo ospitante e alpeggiatore da 20 anni in Val Brembana. Ferdy ha riconosciuto il merito di questi momenti di ascolto e conoscenza, ma ha sollecitato la politica di fare in fretta nel risolvere le criticità, come l’assegnazione degli alpeggi a soggetti provenienti da fuori territorio. D’altronde questo è stato un tema molto sentito da tutti i partecipanti.

"Chi fa le leggi deve conoscere quello di cui stiamo parlando, altrimenti invece che aiutare crea solo difficoltà a chi lavora" ha affermato l’alpeggiatore della Val d’Inferno.

Poi hanno raccontato la loro esperienza anche Davide Codazzi, giovane alpeggiatore all’Alpe Culino in Valgerola (So); le sorelle Jessica e Ylenia Bettoni, allevatrici in Vallecamonica (Bs), alla Malga Lavena; Giacomo Lombardi, pastore all’alpeggio Rosellino - Val di Fra in Valgrigna (Bs). Tutti giovani volenterosi e orgogliosi del loro mestiere, che hanno messo in evidenza luci e ombre della loro attività.

Si è parlato di sistema montagna, dove oltre agli alpeggi e alle malghe ci sono anche i rifugi quale punto di attrazione e promozione. Pertanto  ha condiviso la sua esperienza pure Gino Baccanelli, presidente di Assorifugi Lombardia, l’associazione che raggruppa i gestori dei rifugi lombardi nata nel 1999 e che oggi conta 130 associati. Baccanelli ha ribadito la necessità di fare squadra, rifugisti e alpeggiatori, ed ha evidenziato come i paesaggi siano cambiati negli anni, con i boschi che hanno preso il posto dei pascoli purtroppo abbandonati. Un problema sollevato da molti altri allevatori.

Infine, fondamentale è il dialogo con le istituzioni: Jonathan Lobati non solo ha fatto gli onori di casa in quanto sindaco di Lenna, ma ha portato le difficoltà anche degli amministratori pubblici, in quanto presidente della Comunità Montana Valle Brembana e membro della Giunta Uncem Lombardia, l’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani.

"La montagna vince solo se è unita - ha concluso Lobati - Spesso dobbiamo applicare delle norme che anche noi non condividiamo. La montagna non va tutelata ma valorizzata e solo insieme possiamo farci sentire per cambiare le cose che non vanno bene".

Un momento del confronto e dibattito, durante l’intervento di Jonathan Lobati dell’Uncem Lombardia
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